Il silenzio di Mancini, di fronte alla intenzione di espropriare la Fondazione MPS di ogni potere decisionale, sta diventando assordante
SIENA. La nota della banca MPS, in merito a dichiarazioni fuorvianti a proposito di Statuto e modifiche da sottoporre all’assemblea dei soci in data 9 ottobre, conferma le perplessità da noi espresse solo tre giorni fa.
Dobbiamo rimarcare innanzitutto come sia ben strano che tutti abbiano male interpretato le dichiarazioni del presidente Profumo, quando queste sono state riportate testualmente dalla stampa.
Ci sarebbe in tal caso bisogno, più che di un chiarimento, di una rettifica e magari spiegare anche per quale motivo le proposte di modifica dello Statuto, per quanto disponibili da settimane sul sito istituzionale della banca, non siano di fatto accessibili perché il sito rimanda continuamente a se stesso.
A parte questioni di carattere informatico, quanto asserito dalla nota, ovvero che “Le modifiche statutarie proposte non prevedono nessuna delega operativa in capo al presidente Profumo, né tantomeno alcun ridimensionamento dei poteri dell’amministratore delegato Fabrizio Viola.“ contraddice le dichiarazioni dello stesso presidente Profumo quando lo stesso chiede, nell’ottica di una maggiore efficienza della struttura, che le decisioni su temi sensibili, quali l’incorporare partecipate o il cedere rami d’azienda, siano sottratte all’assemblea dei soci e ricondotte semplicemente al CDA, al quale per altro intende assegnare prevalenti funzioni di indirizzo e supervisione strategica, attribuendo la gestione corrente ad altri organi esecutivi.
Ed il “passaggio della funzione decisionale dall’assemblea dei soci al cda, così come già accade per la cessione delle partecipazioni. Pertanto, tale materia non sarà più sottoposta – come ora – alle autorizzazioni assembleari ma sarà soggetta alla esclusiva deliberazione del consiglio d’amministrazione.
Non “ Si tratta, in tal senso, di un semplice assestamento dei processi alle norme condivise da tutto il sistema banca”, ma di una modifica sostanziale che esclude dalla gestione dei temi sensibili della Banca, l’assemblea dei soci, ovvero i proprietari, per ricondurla ad una gestione autocratica.
Quanto poi infine all’art.17 da integrare con “deliberare, su proposta del presidente, la nomina e la revoca dei responsabili delle strutture a riporto diretto del Consiglio di Amministrazione e di adottare ogni provvedimento riferentesi al loro stato giuridico ed economico”. Questo perché, così come richiesto dalle normative, il responsabile della funzione di controllo interno deve riportare direttamente al CdA e, conseguentemente, laddove il CdA stesso debba effettuare la nomina non può essere l’amministratore delegato a fare la proposta.” siamo dinanzi al tentativo di nascondere la realtà con artifizi formali.
Anche se la figura dell’AD costituisce all’interno del Banca una novità, il fatto è che sino ad oggi, per lo meno nominalmente, la gestione della banca era di tipo collegiale ed era il consiglio che, nella sua collegialità, esprimeva il comitato di controllo, senza la necessità di una proposta univoca, anch’essa per altro in conflitto di interesse in quanto il responsabile della funzione di controllo interno istituzionalmente deve controllare anche chi presiede il CDA e che, a seguito della modifica statutaria, avrà su di lui potere di nomina e di revoca.
La nota della BMPS è di fatto molto chiara e conferma la volontà del Presidente Profumo di ricondurre a se stesso tutto il potere decisionale, svelando per di più il fastidio che qualcuno possa non essere d’accordo su questo progetto.
Dobbiamo in ultimo sottolineare come il silenzio del presidente Mancini, di fronte alla intenzione dichiarata di espropriare la Fondazione MPS di ogni residuo potere decisionale, stia diventando assordante.
Agostino Milani – Futuro e Libertà
Nota curiosa.
Il comunicato della banca MPS non è stato inserito tra i comunicati del sito istituzionale www.mps.it