Manifestazione dai toni ovattati, e venerdì riprende il dialogo azienda-sindacati
di Red
SIENA. I dipendenti ci sono stati, fino alle 19:30 il presidio in Piazza Salimbeni è stato fatto. Ma non un comizio, nemmeno una discussione ad alta voce. Poliziotti e carabinieri davanti all’ingresso principale della banca, che sono andati a cena prima che la piazza si svuotasse. Dalla Direzione generale non è sceso nessuno a parlare con il presidio. Nelle luci ovattate della sera cittadina si scopre come questa classe media, nel ventennio che ci separa ormai da Mani Pulite, non ha più fame e vive borghesemente (non solo a Siena, certamente) il tracollo di una classe sociale e di un epoca che la Milano da bere craxiana aveva rappresentato in tutto il suo fulgore.
Poco prima della fine della manifestazione sono stati notati alcuni componenti senesi di consigli di amministrazione delle partecipate MPS venire dalla Croce del Travaglio verso Piazza Salimbeni, ma vista l’animazione ancora presente si sono prudentemente fermati davanti al Continental. Qualcuno li ha additati, non c’è rabbia, ma tanta rassegnazione: “Quelli là fanno parte di chi ha causato il disastro”. In effetti, il volantino distribuito ai passanti ha spiegato così la situazione: “Il nostro salotto buono (perché, da tutti, Siena era considerata un salotto per la sua bellezza, pulizia, vivibilità, etc.) non esiste più. E’ stata distrutta l’Università, 750 anni di storia finiti nel ridicolo, che rappresentava tale eccellenza da essere prescelta da alte personalità di tutta Europa, il Monte dei Paschi, la banca più antica del mondo, sopravvissuta a guerre mondiali, mutamenti geografici ed epidemie, e infine anche il Comune, commissariato e ormai ridotto sull’orlo del default. Svegliamoci! Altrimenti nel giro di pochi anni ci ritroveremo ad essere un’enclave del terzo o quarto mondo in Europa”. Firmato “Costituenda Associazione Dipendenti Gruppo BMPS”. Una nuova sigla che va ad affiancarsi alle numerose iniziative che stanno spuntando come funghi nel tentativo di rivitalizzare la città, e che già nell’ambito delle prossime elezioni cittadine analizzeremo se e come potranno catalizzare gli umori popolari in funzione del rinnovamento reale della società senese. Una esplosione di forze creative che si dovranno ben guardare dal imbarcare vecchi gattopardi della politica, che cercheranno di riciclarsi.
Un poco infreddoliti (ma è umidità, pare), verso le venti della sera sono tornati tutti a casa. Intanto sembra che per venerdì Viola abbia convocato i sindacati: un passo avanti che potrebbe far preludere alla riapertura del confronto sul tema delle esternalizzazioni e dei 600 milioni di risparmi sui costi operativi che il Piano Industriale va cercando. Profumo non si è visto: come avevamo anticipato, il mercoledì l’ha passato in Maremma a confrontarsi con il probabile futuro presidente della provincia Grosseto-Siena Leonardo Marras. Era presente un gruppetto di dipendenti della banca, 4-5 persone, con cui Profumo si è fermato a parlare al termine del convegno in cui ha preso la parola anche uno di essi, che si sono definiti ”arrabbiati’. Il presidente di MPS e i lavoratori si sono soffermati a parlare qualche minuto sul taglio dei costi del personale previsto dal piano industriale. Una persona gli ha detto: ”Si ricordi dell’attaccamento alla banca dei dipendenti del Monte dei Paschi” e Profumo ha risposto: ”Sì, lo so. Faremo scelte responsabili. Vogliamo andare avanti ancora 500 anni”.