Le montagne russe in borsa e il downgrade degli alleati del Monte
di Red
SIENA. Una serie di indicatori economici mondiali – dal buon esito dell’asta dei titoli spagnoli a una crescita di indici americani – ha caratterizzato la buona giornata borsistica. A Milano il comparto bancario si è mosso bene, col titolo MPS in recupero +5,05% a euro 0,258, Corroboranti sono state anche le parole di Mario Draghi sul ruolo che avrà in futuro la Bce, mentre le minacce di Berlusconi “Il premier? Non è detto che duri. Al governo cambieremo la manovra”, non si stima se avranno ripercussioni sui mercati odierni, dipende dal grado di credibilità e nel giro di poche ore lo valuteremo. Detto solo per ricordare che la cattiva politica influenza negativamente le borse e in pochi minuti può far perdere tutti i miglioramenti di una settimana: la Banca d’Italia ha appena comunicato che l’ultimo regalo del governo appena dimessosi è stato ad ottobre l’aumento fino a 1.909,192 miliardi di euro del debito pubblico, quasi al massimo livello che erano i 1.911 di luglio 2011. E’ noto che certi indici devono salire, per permettere ad altri – come lo Spread tra Bund e BTp – di scendere nettamente per dare un senso positivo e realizzabile alle manovre economiche “lacrime e sangue”, che ogni Paese sta mettendo in cantiere.
Dopo qualche mese di avvertimenti, le autorità monetarie e finanziarie stanno scoperchiando la crisi Commerzbank, prossima ad esplodere: nel giro di poco tempo la banca teutonica ha tagliato del 30% il credito a tutti i suoi clienti, in evidente crisi di liquidità. Una banca che aveva ricevuto 18 miliardi di euro durante la crisi del 2008, parzialmente nazionalizzata starebbe per divenire proprietà dello Stato tedesco, essendo assolutamente incapace di risolvere i suoi problemi. La signora Merkel ha già riattivato il Soffin, lo strumento finanziario per veicolare la crisi dotandolo di 360 miliardi a oggi, ma per l’Eba la situazione era sotto controllo: bastavano appena 5,3 miliardi di euro. Il ruolo della Soffin in Italia, che non ha uno strumento analogo, potrebbe essere svolto dalla Cassa Depositi e Prestiti e forse sarebbe l’àncora di salvezza della città di Siena, piuttosto che di Monte dei Paschi, per mantenere di fatto il controllo della banca.
Ma se si permette ai tedeschi di fare certe cose, non si potrà negare all’Italia di fare altrettanto. Intanto il direttore generale Vigni sta studiando con la sua task force tutti gli arzigogoli contabili per ridurre al minimo la consistenza dell’aumento di capitale richiesto dall’Eba (co.co.bond in testa), mentre il presidente Mussari prosegue l’azione di lobbyng per far cambiare idea all’ente controllore europeo sulla validità finanziaria degli istituti di credito nazionali. Si spera che quello che non hanno fatto negli anni “buoni” (buoni sempre secondo loro; ci sono diversi analisti che parlano “di trucchi contabili legali nei bilanci precedenti” per fuorviare la gente, svendendo asset per garantirsi le famigerate erogazioni e non producendo utili) siano capaci di farlo adesso, visto che di ricambio ai vertici non se ne vuol nemmeno sentire parlare in Comune e tanto meno in Provincia (dove attendono di essere “annullati”dall’esecutivo Monti).
Stiamo aspettando che scoppi la crisi finanziaria in Gran Bretagna, così da mettere a nudo le velleità di Cameron: si tratta di avere pazienza, hanno ancora la sterlina.
Stamattina è entrata in azione un’altra agenzia di rating, Fitch. Con fare sicuro e spavaldo, ha infatti ridotto la sua valutazione su 7 tra le più grandi banche mondiali: Deutsche Bank, Credit Suisse, Barclays, la francese BNP Paribas, le americane BofA, Citigroup, Goldman Sachs. Goldman Sachs? Proprio quella che cura gli interessi di Monte dei Paschi? Non abbiamo la possibilità di permetterci un partner più affidabile? Una banca d’affari in pieno downgrade penserà prima ai suoi guai. O no? Ieri ci avevano pensato gli analisti di Nomura ad abbassate il target price della banca senese da 0,5 a 0,3 euro per azione: evidentemente si sono rassegnati e non sperano più che il titolo si riprenda in borsa.
Siamo fritti: se la rassegnazione esce dalla città di Siena e si sparge per il mondo…