Qualcuno dice che a Siena si chiacchiera sull'arrivo del manager milanese
di Red
SIENA. Mario Monti ha presentato la nuova formazione di governo al presidente Napolitano, agli italiani e ai mercati mondiali. Giovedì e venerdì toccherà la conferma dell’esecutivo ai due rami del Parlamento italiano che dovranno votare la fiducia, e lo faranno. Speriamo che la vecchia politica rinunci per un giorno (meglio sarebbe per sempre, ma tutto non si può avere), a sconsiderate azioni che avrebbero solo effetto negativo sulle borse e nel giudizio degli analisti finanziari. Sicuramente ha presentato un esecutivo che niente ha da vedere con la pochezza culturale della squadra berlusconiana; potrebbe non bastare, ma almeno abbiamo un governo dal profilo professionale altissimo.
Spread supervolatile, che sale fino a 552 punti base, per ridiscendere nel finale a 516, e permettendo a Piazza Affari la chiusura in terreno positivo +0,80%. Unicredit ha retto nonostante la minaccia di downgrade proveniente da Moody’s. Come sempre l’agenzia di rating è in ritardo su quel che succede nel mondo della finanza: se Unicredit avesse continuato a nascondere i 10,6 miliardi di perdite, Moody’s avrebbe continuato a dormire. Le altre due agenzie hanno almeno avuto la compiacenza di tacere, ma domani si metteranno ad abbaiare. Quando si accorgeranno dei problemi di Bnp Paribas e soci francesi, di Deutsche Bank o delle banche inglesi? Sempre troppo tardi. Poi c’è il caso Citigroup. La banca americana, pare semifallita, che infila il naso nelle faccende europee, vaticinando la possibilità di un default spagnolo o italiano. Il differenziale Btp-Bund che sale è una cosa negativa e aumenta i rischi di fallimento di uno stato, ma se Monti ferma l’aumento del debito pubblico, stimola la crescita con quello 0,4-0,5% che è strettamente indispensabile e la politica europea blocca le banche del vecchio continente a non vendere i titoli di stato italiani in portafoglio il gioco è fatto e la speculazione disarmata. Detta così sembra semplice, peccato che nessuno ci abbia ancora provato.
Il Monte (al singolare) non è in linea col mercato, si accartoccia su se stesso e perde -0,52% a euro 0,2882, poco più di un terzo di quanto valeva a febbraio di quest’anno, quando si negava in maniera assoluta la necessità di una ricapitalizzazione. Mentre, dunque, attendiamo il prossimo aumento di capitale, si rincorrono le voci sul prossimo pretendente alla poltrona di Rocca Salimbeni. Le ultime voci riguardano un “perdente di successo”, Matteo Arpe, che dirige un fondo chiamato Sator. Sembrano una ripresa di quelle di qualche mese fa…
Il gruppo finanziario ha tra i suoi azionisti la Fondazione MPS, i rapporti sono ottimi e la figura del cavaliere bianco risanatore e ristrutturatore della banca senese si addice bene al finanziere milanese, protagonista delle ultime stagioni di Capitalia, prima che la banca fosse assorbita da Unicredit. Tra l’altro, avendo appena adesso fallita la scalata al ponte di comando della Banca Popolare di Milano, è libero da impegni gravosi (il suo asset bancario attuale è Banca Profilo che ha appena 35 milioni di ricavi in nove mesi del 2011) e ha buone conoscenze del mondo politico locale, la assenza del presidente Mussari dalla guida dell’istituto, la Fondazione da rinnovare nella prossima primavera (non è una buona scusa per non aver provveduto a sostituire la dimissionaria Rosignoli, ma un pessimo messaggio lanciato alla finanza), un sindaco indeciso (le linee programmatiche votate in comune sono solo un esercizio di retorica di potere) che ha bisogno di idee per scollettare il presente, quando occorrerebbe immaginare un futuro. Addirittura Linkiesta.it scrive che “a Siena il suo nome circola da un po’”.
Oggi, come riportano tutte le agenzie, “l’esecutivo dell’Abi ha dato mandato al presidente Giuseppe Mussari di ”affrontare le tematiche delle richieste dell’Eba nelle sedi appropriate”. Lo ha affermato Miro Fiordi, presidente del Creval, lasciando la sede dell’Associazione. ”Siamo tutti d’accordo – gli ha fatto eco Giuseppe Ghisolfi, presidente di Carifossano – che se ne occupi direttamente il presidente, lo farà a partire da oggi”. Meglio tardi che mai.