Le capriole del sindaco mantovano tra dipendenti e sponsorizzazioni culturali
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di Red
SIENA. Mentre Siena tace, o tratta l’affare MPS a bassa voce per non disturbare il Tandem più del necessario a tenere buoni cittadini e dipendenti, dopo la voce alta arrivata da Lecce ecco che si innalza quella della città di Mantova, dove il primo cittadino partecipa all’assemblea dei lavoratori MPS: “La vostra battaglia è la nostra battaglia. La lotta di tutta la città”. E vai: né un Laudanna, né un Ceccuzzi qualsiasi potrebbero essere così chiari; eppure entrambi in qualche modo dovrebbero agire per il benessere della città, insieme al quasi ex presidente della Provincia. Il sindaco di Mantova Nicola Sodano, eletto nell’aprile 2010 per le liste di centrodestra, aveva già incontrato Fabrizio Viola lo scorso 16 ottobre. Viola era accompagnato da David Rossi, responsabile dell’Ara Comunicazione dell’istituto bancario e anche vicepresidente del Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo Te. “Ho manifestato la mia soddisfazione per il fatto che Mantova rimane una delle otto sedi più importanti del Gruppo – aveva sottolineato il sindaco Sodano -. Ritengo che questa sia una notizia positiva perché testimonia il radicamento della banca sul nostro territorio. Ho espresso anche la mia preoccupazione per il piano di esternalizzazione dei 2.360 dipendenti del Gruppo (380 nella sola Mantova) e per le possibili ricadute negative che si potrebbero avere nella nostra città. Ho chiesto di ridurre al minimo le esternalizzazioni e di non perdere posti lavoro. Mantova ha dato molto all’MPS. Il mio partito, il Pdl, non ha visto di buon grado l’acquisizione della Banca Agricola Mantovana. Esprimo il mio disappunto per chi sta cavalcando in modo strumentale questa vicenda, in particolare il Pd. Sono queste le persone che hanno maggiori responsabilità e che oggi piangono lacrime di coccodrillo”. Sodano aveva anche annunciato che un prossimo incontro avrebbe salvaguardato i contributi di sponsorizzazione della banca a favore degli eventi culturali di Mantova.
Salvata capra e cavoli, Sodano ieri incontra i dipendenti nella sala degli Stemmi. Dipendenti, nel racconto della gazzettadimantova.it: “Delusi, arrabbiati, con il magone, sul piede di guerra: «Noi che siamo l’ultima ruota del carro stiamo pagando il prezzo di colpe non nostre. Ci siamo calati le braghe, ma la banca non ci ha dato nemmeno l’opportunità di dire i sacrifici li faccio io, rinuncio allo stipendio di sei mesi per salvare il posto di lavoro». Poi l’appello a Sodano: «Signor sindaco, non si faccia ingannare dalla parola. MPS risparmierà 166 milioni di euro cedendo 2.360 dipendenti a un’altra azienda a cui darà 70 milioni per avere lo stesso servizio. Non esiste». È stata letta una lettera a nome di tutti e rivolta al sindaco. «Abbiamo bisogno di segnali concreti da parte sua». Pronta la risposta di Sodano, con tre promesse. Primo, un consiglio comunale aperto ai lavoratori, a tutti i rappresentanti delle istituzioni e anche agli industriali che con l’operazione Mps–Bam fecero dei bei soldi (e ora potrebbero farsi sentire a Siena). Secondo, collegamento con i sindaci delle altre città minacciate dall’esternalizzazione (Padova in testa). Terzo, pressing a livello governativo, con i parlamentari di tutti i colori”. Per il conclusivo “Sodano di lotta”. Come farà il sindaco lombardo a proteggere gli interessi dei lavoratori e nello stesso tempo quelli delle istituzioni culturali locali che dipendono dalla famigerate sponsorizzazioni della banca, a cui tanta parte di colpa è stata data senza inimicarsi nessuno?