In programma proteste e contestazioni per il presidente
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Alessandro Profumo è in tour. Ieri ha partecipato ad un convegno a Modena per parlare sul tema “Il credito ai tempo dello spread. Come e perché è cambiato il rapporto tra banca e impresa”. Nel dibattito che ne è seguito il presidente di Apmi Modena Dino Piacentini ha lamentato che dalle banche vengono richieste alle piccole aziende garanzie molto superiori, rispetto ad imprese di grandi dimensioni. Le banche però, ha obiettato Profumo, oggi in Italia non guadagnano nulla, prestano il 30% in più di quello che raccolgono e, per finanziarsi con investitori esteri, devono pagare rendimenti dell’11%: tasso che risulta dalla somma del rischio paese e del rischio dell’azienda bancaria. Non ha risposto alla domanda del suo interlocutore, quindi. E se il 30% che prestano in più fossero proprio i soldi che vanno ai grandi gruppi? E’ di questi mesi la vicenda del pastificio Amato, con milioni di euro prestati a una società offshore che non torneranno indietro; come garanzia un vecchio stabilimento industriale, per una speculazione edilizia che chissà se e quando si farà. C’è da chiedersi quanti clienti-modello tipo gli Amato abbia MPS e quando finirà la lista delle scoperte di perdite che provocano accantonamenti che ad ogni trimestrale si ingrossano.
Da Modena a Mantova il passo è breve, e stamattina Profumo affronta l’ira del sindaco Sodano prima e dei dipendenti locali del Centro Operativo MPS poi. Perché – finita la festa delle sponsorizzazioni dell’era mussariana – il Monte non vuole ripianare le perdite del Centro di Palazzo Te, anche se si tratta di “appena” 17.500 euro. Per la festa del Pd in Fortezza a Siena, 10mila per uno striscioncino ci sono state, questa estate, in un ambiente dove sicuramente MPS non aveva bisogno di farsi conoscere o ricordare. Per i mantovani niente da fare: e sì che il vicepresidente della fondazione culturale è il pezzo importante della comunicazione del gruppo Montepaschi. E il sindaco è partito in quarta a difendere i lavoratori del Cog: “MPS è la lotta di tutta Mantova”, ha esclamato come se fosse un sindaco di sinistra alla Peppone. Convocato Consiglio Comunale aperto per il 9 novembre: “Chiameremo a raccolta il prefetto, le categorie economiche, i sindacati, i dipendenti dell’istituto e i cittadini perché è giusto che questa città si faccia carico di questo problema e che le istituzioni cerchino di salvare i posti di lavoro in pericolo”.
Ma sindaco e presidente s’incontrano alle 10, prima che Profumo introduca la presentazione del terzo volume “Storia di Mantova”. La Gazzetta di Mantova ieri ha scritto: “Per Profumo il barometro promette contestazione” con una quarantina di persone esponenti di sinistra (anche del PD, si scrive …), che sarà davanti al teatro Bibiena ad accoglierlo con striscioni (non sponsorizzati) di protesta e cartelli. Con una frase di perfetta chiarezza Fausto Banzi, capogruppo di Sinistra unita in consiglio comunale, ha detto: “Credo che non bisogni far pagare la crisi ai lavoratori, soprattutto perché le colpe sono chiare e ricadono su chi ha gestito MPS in passato e ora è ai vertici del settore bancario”. Forse la chiarezza nasce dal fatto che, a Mantova, la sinistra è all’opposizione.
La discussione interrotta con i sindacati è un cruccio che si porta dietro anche l’Amministratore Delegato Fabrizio Viola, che ieri era a Torino per un convegno organizzato da Monte Paschi Banque. “Tutto è fermo. Per riaprire le trattative, occorre che siano tolte condizioni pregiudiziali che le sigle sindacali hanno introdotto”. Il manager si riferisce al nodo delle esternalizzazioni che la banca intende effettuare e che i sindacati non vogliono prendere in considerazione. “Il confronto con i sindacati fa parte del momento complesso del paese”.