Stress test fallimento di una gestione, ma non si scandalizza nessuno

di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. In Italia le due banche bocciate dagli stress test della Bce sono casualmente le due banche più compromesse con il sistema affaristico-partitico che ha permeato l’Italia dopo la spinta dirompente – curioso ma non troppo – del periodo catartico di Mani Pulite. Nel 1992 cade Bettino Craxi, nel 1995 il suo ex-delfino Giuliano Amato mette il suo nome sulla legge che istituisce le Fondazioni bancarie. Le conseguenze sono storia recente, quella che viviamo. Ieri infatti a Piazza Affari il titolo della banca senese è franato del 21,5% a 0,78 curo, con scambi pari al 6% del capitale. Il tracollo ha fatto il pari con il -17,19% segnato da Carige, l’altra bocciata dell’esame europeo.
Chi sono i bocciati? Quelli che non rischiano di pagarne il conto, naturalmente. Gli stress test vengono, nel caso di MPS, come verifica del piano industriale imposto dalla Banca di Mario Draghi al Tandem di Rocca Salimbeni che l’ha presentato. Sempre i soliti noti: ma se sono riusciti a portare l’istituto di credito a questo flop come possono essere le persone giuste per rimediare? Nessuno si inalbera, anche il comunicato a “muso quasi duro” del sindaco Valentini è più un discarico di responsabilità personali che un invito a togliere il disturbo, ché di bugie, ai senesi, ai dipendenti e al mondo finanziario ne ha raccontate anche troppe.
Sperando che il partito non obblighi a levare da internet il video della chiacchierata in Fortezza: riascoltandolo oggi e confrontandolo con questi due anni di presidenza c’è solo da rabbrividire. Ma i politici, anche quelli mascherati da tecnici, questo sperano: sulla labilità della memoria umana. Gente senza storia contro una città che la storia ce l’ha scritta cominciando dalle lastre calpestate, ai tempi moderni è una guerra che non possono perdere lor signori. Per questo, rimediato agli ennesimi errori, quello di aver scritto un piano industriale fatiscente e l’altro di aver restituito 4 miliardi di Monti bond troppo alla svelta.
Attenzione: è in arrivo un’altra trimestrale e storicamente le trimestrali d’autunno sono quelle più pericolose per chi governa il Monte. Ci immaginiamo, non sarebbe la prima volta, di un utile che poggi su fattori esterni e non su fattori di crescita del gruppo. Come per Vigni fu il Palazzo dei Normanni, oggi per il Tandem l’utile sarà pari o inferiore al risparmio ottenuto dal mancato pagamento di interessi sui 3 miliardi di bond restituiti. Per farci fessi con i titoli di giornale, quelle locandine spot che gli operatori finanziari internazionali e i lettori del cittadinoonline.it non leggono.