C'è l'accordo di principio tra Governo e CE
SIENA. La Commissione Europea ha comunicato di aver raggiunto un accordo di principio con l’Italia per la ricapitalizzazione precauzionale di Banca Mps, che prevede un severo piano di ristrutturazione, tetto agli stipendi dei manager e il burden sharing per azionisti e obbligazionisti subordinati.
L’accordo è stato definito oggi (1 giugno)tra la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e permette alla banca senese di essere ricapitalizzata in modo precauzionale con soldi pubblici secondo lo schema previsto dalla direttiva per le risoluzioni delle crisi che riserva questa opzione alle banche solventi.
Lo Stato, che alla fine potrebbe coprire con 6,6 miliardi quella necessità di capitale, diventerebbe di gran lunga il primo azionista di Siena con una quota attorno al 70%. Ma per poter ricevere il via dell’Antitrust all’uso di capitali pubblici, Mps dovrà adottare un piano “di profonda ristrutturazione”, si legge nella nota, in grado di assicurare la sostenibilità della redditività della banca nel lungo periodo.
Il capitale azionario e gli obbligazionisti subordinati contribuiranno al costo del risanamento per limitare al massimo possibile l’uso di risorse pubbliche con il cosiddetto burden sharing. Vestager afferma che la banca si impegna nel suo piano di ristrutturazione “a pulire il proprio bilancio dalle sofferenze”.
Il comunicato della CE spiega che bnaca Mps “venderà il suo intero portafoglio di non-performing loans a condizioni di mercato, per ridurre i rischi nel suo bilancio”, una operazione da 26 miliardi di euro per la quale la banca ha annunciato lunedì scorso un negoziato in esclusiva con Atlante e altri investitori fino al 28 giugno. Secondo fonti vicine al dossier, il prezzo a cui Mps venderà le sue sofferenze sarà decisivo, perché un prezzo troppo basso richiederebbe nuove rettifiche in bilancio.
La banca adotterà misure per incrementare la sua efficienza e tra queste è previsto, secondo le regole Ue, che si fissi un tetto alle retribuzioni dei top manager entro massimo 10 volte la retribuzione media del dipendente Mps. Gli obbligazionisti subordinati retail che sono vittime di vendite non corrette potranno essere compensati secondo uno schema separato dal burden sharing. “Mps compenserà i titolari retail di obbligazioni subordinate che sono stati oggetto di mis-selling convertendo quei titoli in azioni e poi comprando quelle azioni da questi investitori. Mps pagherà questi obbligazioni con dei più sicuri titoli senior”, spiega la nota.
L’accordo di principio è condizionato alla conferma da parte della Bce che la banca sia solvente e che rispetti i requisiti di capitale e che l’Italia ottenga la conferma formale da parte di investitori privati sull’acquisto dell’intero portafoglio di sofferenze.
Resta ora da vedere in quale modo l’Europa deciderà di risolvere il problema della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.