Unisin Mps dice no alle esternalizzazioni e alla riduzione dei costi sul personale
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Abbiamo come UNISIN, da sempre, -come tutti i Colleghi ben sanno- evidenziato con forza che il piano di rilancio della Banca passava per la valorizzazione del personale presente, che i problemi non si risolvono né con le esternalizzazioni né, tantomeno, con la mera riduzione dei costi del personale…sono ben altre le azioni da mettere in cantiere per risollevare il Monte Paschi.
La proprietà, in difficoltà, ha deciso, invece, di assumere dirigenti provenienti da altri settori merceologici totalmente diversi da quello finanziario (credito e/o assicurazioni) e quindi privi -in origine- delle competenze necessarie per gestire ed organizzare un settore delicato ed iper regolamentato come quello finanziario.
Questo avrebbe dovuto incontrare “il severo giudizio” delle Autorità di controllo in osservanza ai criteri della competenza tecnica spesso evidenziati con specifiche indicazioni: questi criteri sono blandamente applicati su istituti di maggiori dimensioni, tra cui il Monte dei Paschi!
Di fronte a quanto accaduto al Monte (non vogliamo certamente tornare sulle “dolorose questioni” di carattere finanziario) i controlli delle Autorità avrebbero dovuto esercitare una pressione durissima sulle competenze specifiche necessarie ai dirigenti di un settore che non può paragonarsi ad un qualsiasi settore merceologico.
Le Autorità di controllo e il mondo della politica sanno benissimo che l’elemento fondamentale che sostiene il mondo finanziario, ed in particolare quello del credito, è la stabilità e la solidità i cui effetti rasserenanti si ritrasmettono su una clientela che non compra film né disco music, ma chiede sicurezza nell’affidare i risparmi di una vita e competenze avanzate per risolvere le problematiche inerenti le proprie attività.
Il rilancio commerciale passa per una assistenza ed una consulenza evoluta alla clientela -che i dipendenti del Mps possono fornire ad ogni livello- e non esercitando pressioni denigratorie ed improduttive che rischiano al contrario di disorientare i destinatari finali.
Atteggiamenti non rispettosi verso i colleghi in prima linea non sono tollerabili, arrivare ad alzare il tono della voce e ad atteggiamenti protervi ed intimidatori equivale a danneggiare ulteriormente la Banca e non curarne gli interessi.
In ogni caso, come UNISIN, stiamo raccogliendo le istanze di molti associati e non al fine di prepararci per le azioni che si renderanno necessarie per la tutela della dignità della persona prima anche degli stessi diritti dei lavoratori.
Se poi qualcuno è arrivato ad emulare metodologie di oltreoceano per “stimolare” l’attività dei dipendenti sarà bene ricordare i danni che l’economia nordamericana, e di seguito quella di tutto il Mondo, hanno subito dal fenomeno della iperfinanziarizzazione.
Chiudiamo il nostro ragionamento con la lettera che il Commissario Europeo per la concorrenza finanziaria, Almunia, ha inviato alla nostra Autorità di vigilanza.
Nel penultimo capoverso della seconda pagina è scritto a chiare lettere che la Commissione Europea in buona sostanza non condivide che la riduzione dei costi passi per la sola contrazione dei costi del personale. E’ evidente anche all’Europa che una Banca come il Monte -che ha avuto il sostegno dello Stato- non può avere, come unica strategia risolutiva per bilanciare gli squilibri economico/finanziari, quella di quantificare in migliaia di unità le possibili uscite di personale…!!
Per ciò che concerne, inoltre, il limite massimo dei livelli retributivi della dirigenza di una banca assistita da aiuti statali Almunia minaccia di intervenire se continueranno ad oltrepassare le 10 volte il livello di uno stipendio medio di un dipendente dell’area impiegatizia della banca facilitata. Sappiamo, poiché è evidenziato nella stessa raccomandazione, che tale livello non è ancora stato applicato. Lo ricordi, soprattutto, chi sta usando i devastanti metodi di approccio con i dipendenti sopra descritti!!
Come UNISIN sosteniamo da sempre che non si fa banca se non si finanziano le imprese che danno lavoro… con lavoratori che poi aprono i conti e fanno depositi. Tutto parte dalle imprese per fare Banca con la b maiuscola e rilanciare l’economia. La banca può e deve offrire prodotti comprensibili e misurati sulle reali esigenze della clientela e deve dare soldi alle imprese e non comprare unicamente titoli di Stato come è accaduto… (nella lettera c’è un chiaro riferimento anche al finanziamento LTRO (Long Term Refinancing Operation) ed al suo rimborso.
La dirigenza non può non sapere che esasperando le dinamiche commerciali si ampliano gli aspetti legati al danno di immagine, un gap reputazionale che con la buona volontà di chi è impegnato in prima linea si sta cercando di recuperare. Come può non saperlo la dirigenza ?
I lavoratori operano con dignità e con spirito di adattamento per il bene dell’Azienda e quindi per la salvaguardia del posto di lavoro. Le spinte motivazionali non possono essere originate dal lavorare in un quadro operativo che si fonda nella paura e nelle minacce tanto più che, invece di essere retribuiti oltre il limite che l’Europa stabilisce per i dirigenti, i dipendenti pagano con giornate di solidarietà e continue riduzioni di retribuzione per colpe non a loro ascrivibili!!
LA SEGRETERIA UNISIN MPS