Tre miliardi andati in fumo e lo Stato è il primo a rimetterci
SIENA. Brutti segnali per Mps. E arrivano dalla Borsa. Il titolo è sceso arrivando a toccare i minimi storici con un 2,7 euro ad azione.
Siamo ormai al di sotto del valore della banca prima dell’ingresso dello Stato nell’azionariato dell’istituto di credito senese. Un vero disastro anche per il sistema Paese ed un rebus da risolvere anche a livello politico. Sarà importante, per esempio, decidere la nomina del Ministro del Mef: una nomina in continuità o in netta rottura? E come vorrà gestire la vicenda Mps il Governo che si formerà? Come si intenderà recuperare – ammesso che questo sia possibile – le perdite fino a qui accumulate dal maggiore azionista pubblico?
La perdita di Mps, ad oggi, si attesta oltre i 3 miliardi di euro e questo preoccupa non poco gli investitori soprattutto in relazione ai numeri che arriveranno dal trimestre in corso.
E voci insistenti ed altrettanto preoccupanti arrivano relativamente al documento di bilancio 2017 stilato in vista dell’assemblea degli azionisti già fissata per il prossimo 12 aprile. A partire dalla perdita di clienti (circa 200mila) e quindi di raccolta complessiva. “Colpa” anche della chiusura di 287 sportelli nel 2017 e di 150 solo nel gennaio 2018 con una riduzione di personale di 2103 unità.
Peseranno sul bilancio 2017 anche le cause avviate contro Mps relative agli aumenti di capitale e sui derivati. Si tratterebbe di una cifra che si aggira intorno ai 2 miliardi di euro.
In Borsa il titolo Mps perde al momento l’1,8% circa a 2,736 euro, in lieve rialzo rispetto ai minimi di 2,71 euro raggiunti durante le prime battute di scambi.
Ma c’è dell’altro. Un particolare – o meglio un avvenimento – che certo non è sfuggito, la scorsa settimana agli investitori: le dimissioni del cfo Mps Francesco Mele, ufficializzate la scorsa settimana. Un evento non di poco conto e che ricorda, nella sua tempistica, le dimissioni di Marco Morelli, nello stesso ruolo in Mps, nel 2010. Morelli ha anticipato Mele solo di un mesetto ma, anche in quel caso, nessuna firma al bilancio della banca e stessa “scusa”: un nuovo incarico sotto l’ala protettrice di Corrado Passera.
Sarà un caso, ma la similitudine è davvero forte!