La crisi che attraversa il Monte si ripercuoterà anche sulle imprese e sul tessuto sociale della città
SIENA. Le ultime notizie relative a Banca MPS sono motivo di rammarico e preoccupazione. Da ieri, tutti i più grandi network nazionali stanno parlando del crac della più antica banca del mondo. In questa esplosione di attenzione mediatica, si registra però un effetto collaterale da tenere in assoluta considerazione. Molto spesso, infatti, le varie testate presentano la situazione in questi termini: “la prima rata dell’IMU, per un ammontare di circa 4 miliardi di euro, è servita a coprire le speculazioni finanziarie di una banca privata”. Un’argomentazione che ha un’innegabile presa sull’opinione pubblica, ma che purtroppo conduce ad un clamoroso danno di immagine per Siena. Da sempre orgogliosa dei successi di MPS, la nostra città è presa come termine di paragone per la scelleratezza della gestione economica. Allo stesso modo, tutti gli esponenti politici locali adesso si stanno lanciando in invocazioni di giustizia che, per quanto comprensibili o condivisibili, non portano benefici alla collettività. La magistratura è l’organo preposto all’accertamento delle responsabilità, e come tale deve essere lasciata agire in modo del tutto privo di pressioni. Da parte nostra, oltre al rammarico per il colpo inferto all’immagine della città, intendiamo anche preoccuparci per il futuro. Con l’attuale situazione, i lavoratori di MPS vedono crescere le incertezze sul loro avvenire e su quello delle loro famiglie, in aggiunta ai molti dubbi provenienti dal già discusso piano industriale. Per quanto riguarda il tessuto economico senese, infine, le difficoltà economiche di Rocca Salimbeni producono e produrranno una sola conseguenza. Una conseguenza che per i politici locali dovrà essere un momento di grande riflessione e dimostrazione di capacità nell’affrontare questo periodo di crisi. Anche perché si tratta di una crisi del credito. Un aspetto chiave per l’imprenditoria di ogni tipo che, vedendosi chiudere i rubinetti dei finanziamenti della più prolifica fonte territoriale, vedrà la propria capacità ridursi drasticamente. In ultima analisi, infatti, le difficoltà dell’imprenditoria significano scarsità di posti di lavoro. Per trovare una soluzione alla mancanza di prospettive, c’è bisogno di guardare oltre, verso un’aggregazione basata sull’appartenenza alla città e non a vecchi schemi partitocratici. La congiuntura è talmente delicata da richiedere una riunione di tutte le forze sane presenti in città. Quelle forze che, partendo dalla società civile, possono iniettare una linfa diversa nelle arterie produttive, economiche e sociali di Siena.
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