Cosa mette insieme il fondo Pamplona con la casa di Beatrice a Firenze
di Red
SIENA. Chi c’è dietro il fondo Pamplona se l’era chiesto anche nel 2012 Il Sole 24 Ore, quando la società anglo-russa aveva portato la sua quota dall’1.9% al 5% in Unicredit, diventando il socio numero due dell’istituto di credito e forse non se n’è pentita. Alexander Knaster, 53 anni, russo con ascendenze ebraiche, americano d’adozione e capitalista da 1,4 mld in dollari di valore personale, sembra essere la mente anche dell’operazione finanziaria che individuerebbe il nuovo socio di maggioranza del Monte dei Paschi, ove naturalmente Profumo potesse arrivare. Le malelingue correrebbero immediatamente a cercare la “connection” tra il banchiere genovese, consigliere di sorveglianza di Sberbank, la principale banca russa controllata dallo Stato, cioè da Putin e questo plutocrate della nuova finanza dell’Est. L’Est, per intendersi, legato a doppio filo negli anni del comunismo al Partito Comunista Italiano e ai suoi esponenti ancora vivi e attivi, perché certi legami sono indissolubili. Non c’è niente di comunicativamente più disinformante di un solido capitale russo, mascherato da esotico nome spagnolo E conferma che i russi siano per davvero passati da Siena per fiutare il business e che gli intrecci della finanza internazionale sono per i cittadini comuni come le gallette militari per i denti: dure da masticare.
Mauro Aurigi, rendiamogli merito, ne aveva fatto un tormentone almeno fin dall’aprile scorso. Ora a parecchi non resterà niente da ridere nascosti dietro il papillon… Che Profumo lanci un aumento di capitale perché venga sottoscritto da un investitore che per prima cosa lo licenzia in tronco non era logico. Il socio se lo sceglie lui, tanto più che con tre miliardi è un padrone più che un socio. Un padrone straniero completerà l’addio della banca alla città, cosa che la nazionalizzazione voluta negli anni Trenta di un’altra crisi economica mondiale non pensò mai di fare: ma Profumo di storia ha già dimostrato di non saperne granché con quella barzelletta della piccola Siena, gloriosa Repubblica indipendente quando la sua Genova aveva già perso la guerra sui mari contro Venezia.
E di un pezzo di storia si scrive oggi che si potrebbe privare la Fondazione MPS. Infatti uno dei gioielli del patrimonio immobiliare senese, secondo MF, finisce nel mirino di un investitore estero. Sansedoni, società controllata dalla Fondazione Monte dei Paschi, avrebbe ricevuto una proposta irrevocabile di acquisto per Palazzo Portinari-Salviati, il prestigioso immobile che fu anche la sede legale di Banca Toscana. E che fu probabilmente l’abitazione di Beatrice, musa di Dante, che secondo la tradizione fiorentina abitò in Via del Corso 6. Per chiudere l’operazione sarà necessario l’assenso di MPS al subentro del compratore. Perché anche su questo immobile fu compiuta una di quelle operazioni di abbellimento che nella storia recente di Rocca Salimbeni compaiono con frequenza. L’acquirente dovrà subentrare in un finanziamento in essere di oltre una quarantina di milioni, che nel 2008 Sansedoni aveva acceso con MPS in una “partita di giro”: ma i necessari passaggi tecnici dovrebbero venire espletati in tempi brevi.