Mussari e Vigni pedine di un potere più grande di loro
di Red
SIENA. La notizia più sconvolgente dell’ultimo periodo della presidenza Mussari in Rocca Salimbeni, quando già era presidente dell’Abi e si doveva cambiare lo statuto dell’associazione per mantenercelo, era il fatto che si parlava di lui come possibile presidente dello Ior, la banca vaticana che Papa Francesco sta rivoltando come un calzino. Apriti cielo! Qualcuno gridò allo scandalo: il presidente della banca “rossa” che diventa il capo di quella “bianca”! Qualcun’altro un giorno forse riuscirà a spiegare quale sia la differenza, dopo la morte di Enrico Berlinguer e la caduta di Bettino Craxi, tra bianco e rosso nell’Italia degli ultimi venticinque anni. Ma il fatto che la storia del Monte dei Paschi si stia incrociando nuovamente con il Santander di Botin e che i due nuovi investitori latino-americani in patto di sindacato con la Fondazione siano ritenuti vicini all’Opus Dei può far ritenere che i 3 miliardi di supervalutazione inviati per bonifico nel 2008 da Mussari per avere Antonveneta non stiano tornando indietro per supportare l’aumento di capitale di Profumo?
I Pm che indagano sull’acquisto di Antonveneta hanno chiuso il fascicolo che riguarda le responsabilità del MPS come persona giuridica, arrivando documentalmente alle stesse conclusioni che abbiamo sempre espresso da anni, ovvero certificando la saldatura tra politica locale e nazionale: “interessi e sollecitazioni esterne alla banca e ascrivibili in prima battuta al panorama politico locale e nazionale”. Centrale è la figura di Massimo D’Alema: nel 2006 gli viene conferito dalla Santa Sede l’onoreficenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano, nel 2007 è ministro degli Esteri quando si fa l’affare tra Mussari e Botin. Franco Ceccuzzi ne tratteggia il ruolo nella deposizione resa ai magistrati senesi e non solo a proposito della scelta di Profumo nel 2012, come di altri dirigenti dei DS. Lo stesso fanno Cenni e Ceccherini, ma i magistrati non hanno approfondito oltre in quella sede. L’Ordine Piano è il riconoscimento più importante riservato ai laici dal Vaticano e ne certifica l’assoluta fedeltà alla Chiesa Cattolica. Non al partito, non alla città come di conseguenza saranno chiamati a fare tutti i livelli dirigenziali del partito, perfino nelle sezioni più rosse e anticlericali della città di Siena.
Franco Bechis su Libero Quotidiano dà contezza delle voci a suo tempo diffuse sull’interessamento dei fondi del Qatar e non riesce a spiegarsi come la loro offerta per una quota oscillante tra il 35 e il 40% del capitale sia stata rifiutata nello scorso gennaio dalla Fondazione, dopo una trattativa con un intermediario maltese. Certo è, secondo il giornalista, che “I consiglieri di amministrazione delle finanziarie dei nuovi padroni della banca rossa ebbero addirittura un ruolo tecnico di consulenza del Santander nella vendita a prezzo super di Antonveneta a MPS”.
Santander approfittò dello schema di svuotamento finanziario che Amro aveva usato per portare in Olanda, con il silenzio delle autorità di vigilanza italiane, i contanti che Antonveneta aveva in cassaforte, sostituendoli con prestiti della casa-madre per assicurare la liquidità all’istituto padovano. Per questo il prezzo reale dell’affare è di 17 miliardi. Obbligando MPS a sostituirsi nelle linee di credito, fu sottratta la liquidità operativa a Rocca Salimbeni: nel principio c’era già scritta la fine. Da quel momento ogni azione fu vanamente destinata a creare quella liquidità che non c’era più, perfino pagando i premi ai dipendenti con azioni che scenderanno di prezzo fino ai valori attuali oltre agli aumenti di capitale.
Vanamente perché le condizioni di operatività nei mercati, stante la crisi finanziaria innescata da Lehmann Brothers, impedivano di capitalizzare qualsiasi entrata.