Nuovi debiti per Rocca Salimbeni, come il Comune con i Boc
di Red
SIENA. Nel corso di una audizione alla Camera dei Deputati, il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha confermato che alla Commissione di Bruxelles è stata inviata la notifica dell’operazione comunemente denominata Monti bond, che riguarda il salvataggio economico di banca MPS senza il pesante intervento nel capitale dell’istituto dello Stato. Grilli ha comunicato che “è parte di un decreto attuativo che speriamo venga pubblicato oggi o domani in Gazzetta ufficiale (come poi avvenuto, ndr)”. Preannunciando il suo inserimento “potrebbero sicuramente rientrare in un emendamento alla legge di stabilità”, corredato di relazione tecnica per non correre il rischio di una bocciatura come accaduto in Commissione Bilancio al Senato. Ecco i passaggi previsti: la banca emette le obbligazioni speciali riservate allo Stato e procede alla restituzione di 1,9 miliardi di Tremonti bond del 2009 (e che allo Stato non ha procurato alcun interesse); sui titoli MPS pagherà un interesse intorno al 10% in denaro, se ci sarà un dividendo societario. Oppure in alternativa, emettendo azioni proprie al valore di mercato (cioè intorno ai 20 centesimi) e non con il calcolo del patrimonio netto (90 centesimi), come previsto inizialmente dal provvedimento, oppure con nuovi Monti bond, che è la soluzione preferita da Bruxelles e da Roma. Risultato finale: Siena aumenta il debito ma evita l’ingresso dell’azionista pubblico nel capitale sociale. In questo modo si esclude la pubblicizzazione formale dell’istituto di credito, la diluizione delle quote dei suoi principali azionisti pro tempore, fino a quando diventerà operativo l’aumento di capitale che Profumo ha avuto il mandato di attuare a suo piacimento, ma facendo crescere l’indebitamento di Rocca Salimbeni (170 milioni d’interessi da pagare sul 2012 e circa 400 sul 2013).
La stessa soluzione trovata per i BOC comunali messi in giro dopo il 2001 da Maurizio Cenni (quelli di Piccini del 1995 li aveva pagati la Fondazione, ndr). Non avendo i soldi per pagare la scadenza del 1° ottobre (4 mln di euro), il Commissario Laudanna ha rinegoziato i pagamenti, con il conseguente aumento degli interessi da pagare. Il conto totale è passato così da 33 a 40 milioni circa da rimborsare comunque entro il 2020. Aliquote Imu, addizionale Irpef, costo delle tariffe ai massimi per i prossimi 8 anni. Esercizio di fantasia tra Siena e Roma, dunque.
Si scaricherà sui cittadini incolpevoli, oltre che sui dipendenti, il prezzo dei Monti bond? Certamente sì. Le scelte del governo aprono spazi autonomi a Profumo – e a chi l’ha messo alla testa del gruppo MPS – di poter decidere in tutta tranquillità a chi consegnare le chiavi del portone della Rocca non appena sarà finita la sfuriata della crisi economica, mentre i costi si riducono (ma non per gli uomini del presidente come ha dimostrato l’aumento dei costi del personale dichiarato nel secondo trimestre), si realizza la chiusura di 400 agenzie pagate una cifra iperbolica da Mussari, si allontanano i dipendenti con artifizi vari (esternalizzazioni, vendita di asset). E il nuovo padrone avrà la possibilità di spostare la Direzione Generale altrove, con il conseguente impoverimento cittadino. Esercizio di potere tra Siena e Roma, dove la politica, non volendo assumersi la responsabilità del fallimento di una gestione allegra della cosa pubblica italiana, ha consegnato il paese al Commissario Tecnico Mario Monti, pensando di evitare la resa dei conti con i cittadini.