I soldi dei mutui saltan fuori dalla Fondazione. Come?
di Red
SIENA. La Fondazione MPS si era dotata di un “fondo stabilizzazione delle erogazioni”, che alla data del 7 maggio 2010, per parola del presidente Mancini, aveva la disponibilità di 172 milioni di euro. Il successivo novembre, alla presentazione del bando ordinario 2010, lo stesso presidente ebbe a dire che il fondo era stato intaccato per 55 milioni. Poiché per il 2012 i 128 milioni di passivo dichiarati in bilancio non permettono di stanziare dagli utili alcunché per il territorio, i problemi dei mutui in scadenza dei molto enti locali che li avevano accessi, godendo della “copertura” della Fondazione, o del futuro di investimenti diretti come Siena Biotech, sono sull’agenda delle urgenze e nessuno in tutto il 2011 si è peritato di dare una qualche rassicurazione ai cittadini.
All’avvicinarsi della discussione sul bilancio del Comune di Siena, il sindaco Ceccuzzi dichiara che i 16/17 milioni di euro che mancano nel bilancio di Palazzo Pubblico (come tutti gli anni, nonostante i senesi siano tra i cittadini più tartassati in Italia dalle tasse locali), verranno anche stavolta coperti dalla Fondazione. Probabilmente verranno a raccontarci della fatica e dei miracoli che avranno fatti per trovare i 50 milioni necessari per tutti gli impegni improrogabili, mentre i soldi presumibilmente erano già lì ed hanno lungamente aspettato di vedere se la banca si tirava da sola fuori dai guai per poter ridiscutere i mutui (cosa che necessariamente si dovrà fare nel corso del 2012, sempre ch il Monte sia in condizioni di ridiscutere ed erogare nuovi mutui). Rimangono sempre i milioni di euro di debiti fatti con la concorrenza, ma quella è un’altra storia.
In questa prima quindicina dell’anno moltissimi giornalisti nazionali si sono precipitati a Siena per raccogliere informazioni e farsi un’idea di quello che succede in città intorno al Monte. E tutti sono accomunati dalla sensazione che la dirigenza politico-amministrativa, i famosi protagonisti del “Sistema Siena”, stia lavorando per mantenersi le poltrone e il potere con il giochetto gattopardesco della “discontinuità”. Chissà se esiste un metro di lettura dell’aria che tira tra Banchi di Sopra e Piazza del Campo migliore di questo.
D’altronde, si chiedono su Il Mondo, come il testimone delle nozze fra Mussari e Luisella Stasi, Franco Ceccuzzi, potrebbe abbandonare l’amico nel momento del bisogno? Francesco Gaetano Caltagirone è accreditato – non a caso – della volontà di mantenere l’avvocato di Catanzaro per un altro triennio alla guida della Rocca. E anche qualcun altro lo avrebbe invitato a “ripensarci”. Pare anche le non ben precisate e dichiarate “istituzioni locali”.
Antonio Vigni sarebbe già nominato superconsulente di Palazzo Sansedoni dove non c’è rimasto più nulla da amministrare: non sarebbe un stipendio inutile? Senza parlare della buonuscita milionaria di cui tanto si chiacchiera a Siena. I fratelli Monaci non avrebbero più nulla da brontolare, così, a Gabriello Mancini mantenuto fino alla naturale scadenza del mandato nel 2013, basta resistere… Tanto è sempre colpa di qualcun altro.
Bassanini, Piazzi e Amato? Nomi buttati là, pare, giusto per disorientare stampa e popolazione, gufi e oppositori ma di concreto non c’è nulla: l’idea di cambiamento che può portare la nomina di Fabrizio Viola nell’ingessato apparato del “Sistema Siena” sembra essere solo fumo negli occhi, come la smentita di avere allo studio una ipotesi di richiesta al Ministero dell’Economia di ulteriori Tremonti Bond. Addirittura Mussari si è cautelato per tempo contro la possibile mancata riconferma a Rocca Salimbeni. Lo statuto dell’Abi è stato cambiato nel maggio 2011 e non è più necessario essere presidente di una banca per esserlo anche dell’Associazione bancaria italiana. Tutto bene: ma la soluzione dei problemi potrebbe arrivare da fuori città.
Travolgendo tutti i giochetti della politica locale e confermando l’inarrestabile declino di Siena.
(Foto Corrado De Serio)