Resta l'fferta Nit, ma il Pd non vuole mollare
SIENA. L’aumento di capitale di MPS potrebbe salire a 2,5 miliardi per mettere la banca in condizione di rimborsare l’anno prossimo tutti i “Monti bond”. Lo deciderà il cda della banca in riunione oggi pomeriggio per decidere il da farsi e discutere anche degli accantonamenti da imputare a conto economico. La banca potrebbe così ripresentarsi alla Bce con una situazione migliore di quanto richiesto dalla vigilanza unica, grazie anche alla cessione di Consum.it (da mesi sul mercato), dei crediti deteriorati e dei Freshes.
L’aumento di capitale potrebbe permettere il rimborso anticipato delle due rate residue di Monti bond, manovra che (escluso il rischio di nazionalizzazione) renderebbe più appetibile per gli investitori partecipare all’adc.
Mps ha incaricato Goldman Sachs e Mediobanca per il nuovo aumento di capitale assieme ai global coordinator Citigroup e Ubs. Secondo alcune fonti, la banca ha anche incaricato Barclays, Bank of America Merrill Lynch, Societe Generale, Deutsche Bank e Commerzbank come bookrunners.
Per MPS siamo all’ultima spiaggia: se anche questo aumento fallisse, mostrandosi inadeguato nei prossimi mesi, la soluzione tanto temuta potrebbe essere lo smembramento e la cessione dello “spezzatino” sul mercato.
In ongi caso il lavoro della banca è mirato a “fare da soli”, presentando un bilancio con maggiori possibilità di approvazione da parte della Bce, una volta ricevuto l’ok, si terrà un cda straordinario per l’avvio all’operazione. Il mercato si attende che l’aumento sia deciso per l’inizio del 2015, ma non si esclude che possa avvenire a giugno, dopo cioè che sarà stato approvato il bilancio e in concomitanza con l’assemblea per il rinnovo delle cariche di vertice dellla banca. Pare che le banche del consorzio di garanzia – tra l’altro – abbiano chiesto lumi sul futuro di Profumo e Viola, mostrando una certa preferenza per il mantenimento degli stessi nelle posizioni attuali
Resta sul tappeto la proposta Nit (negata da Mps, ma confermato dallo studio Capecchi) per un importo di dieci miliardi, Proposta osteggiata apertamente del Partito Democratico locale e toscano, che vuole continuare a mantenere il controllo di Mps, evitando l’ingresso di stranieri o altre banche italiane. D’altra parte il Mef sta cercando a sua volta una soluzione con una partnership credibile, per evitare che questo sia l’ultimo appello per il Monte.
L’aumento di capitale potrebbe permettere il rimborso anticipato delle due rate residue di Monti bond, manovra che (escluso il rischio di nazionalizzazione) renderebbe più appetibile per gli investitori partecipare all’adc.
Mps ha incaricato Goldman Sachs e Mediobanca per il nuovo aumento di capitale assieme ai global coordinator Citigroup e Ubs. Secondo alcune fonti, la banca ha anche incaricato Barclays, Bank of America Merrill Lynch, Societe Generale, Deutsche Bank e Commerzbank come bookrunners.
Per MPS siamo all’ultima spiaggia: se anche questo aumento fallisse, mostrandosi inadeguato nei prossimi mesi, la soluzione tanto temuta potrebbe essere lo smembramento e la cessione dello “spezzatino” sul mercato.
In ongi caso il lavoro della banca è mirato a “fare da soli”, presentando un bilancio con maggiori possibilità di approvazione da parte della Bce, una volta ricevuto l’ok, si terrà un cda straordinario per l’avvio all’operazione. Il mercato si attende che l’aumento sia deciso per l’inizio del 2015, ma non si esclude che possa avvenire a giugno, dopo cioè che sarà stato approvato il bilancio e in concomitanza con l’assemblea per il rinnovo delle cariche di vertice dellla banca. Pare che le banche del consorzio di garanzia – tra l’altro – abbiano chiesto lumi sul futuro di Profumo e Viola, mostrando una certa preferenza per il mantenimento degli stessi nelle posizioni attuali
Resta sul tappeto la proposta Nit (negata da Mps, ma confermato dallo studio Capecchi) per un importo di dieci miliardi, Proposta osteggiata apertamente del Partito Democratico locale e toscano, che vuole continuare a mantenere il controllo di Mps, evitando l’ingresso di stranieri o altre banche italiane. D’altra parte il Mef sta cercando a sua volta una soluzione con una partnership credibile, per evitare che questo sia l’ultimo appello per il Monte.