La procura di Trani perquisisce le agenzie di rating sospettando illegalità
di Red
SIENA. Riflettori ancora accesi su MPS nel martedì di borsa. Il titolo di Rocca Salimbeni aggiunge un altro 3,66% (a euro 0,2719) alla performance del lunedì, confermando così l’impianto studiato da Antonio Vigni fin dalla presentazione della terza trimestrale lo scorso novembre e messo in pratica da Fabrizio Viola, neo-direttore generale insediatosi da pochi giorni alla guida operativa della terza banca italiana. Alla luce di tutto ciò il perché dell’allontanamento di Vigni dalla poltrona che ha occupato negli ultimi cinque anni rimane un piccolo mistero. Rimarranno esemplari, in questo contesto, le richieste di dimissioni rivolte a Mussari e Mancini dai sindacati, unanimemente pronti in due giorni a dimenticare tutto, una volta ricevute le “assicurazioni” di Ceccuzzi.
L’incontro di Viola con la Deputazione, aldilà delle solite e fumose dichiarazioni in burocratese, è soltanto il via libera dato dall’azionista principale (ma forse non più di controllo) al programma del nuovo Dg di valorizzare le risorse che si nascondono negli uffici della Direzione Generale. Così, come da contratto nazionale di lavoro firmato qualche giorno fa, i neoassunti che arriveranno al “posto in banca” pagheranno in termine di stipendi ridotti per gli errori dei padri.
Dati incoraggianti per la risalita delle quotazioni di MPS verso valori più consoni almeno all’effettiva consistenza patrimoniale sono venuti dall’altalena che ha fatto lo spread: pur chiudendo la giornata di contrattazioni a 419 punti base, ha toccato anche quota 399 in certi momenti. Le buone notizie erano venute dalle riforme di Mario Monti e dall’esito positivo dell’asta spagnola, ma nel pomeriggio si sono sparse voci poco incoraggianti sull’esito dei colloqui per la gestione del debito greco, sempre più vicino al punto di non ritorno.
L’irruzione della Guardia di Finanza, su disposizione della Procura di Trani, nelle sedi milanesi di Standard & Poor’s e Fitch è servita un po’ per far sentire il fiato sul collo alle agenzie di rating, un po’ per far sapere all’opinione pubblica che il tempo degli intoccabili sta per tramontare. Sicuramente ricaveremo notizie che ci faranno comprendere come funzionano certi apparati, anche se con la legislazione che ci ritroviamo sarà ben difficile che una corte di giustizia arrivi a emettere una sentenza e a proclamare dei colpevoli. Che però potrebbero essere costretti, loro malgrado, a mettersi da parte. Il blitz odierno, coordinato dal pm di Trani Michele Ruggiero, è nato da una inchiesta partita lo scorso mese di luglio. Aggiotaggio, insider trading, turbativa di mercato a vario titolo sono i reati ipotizzati per alcuni operatori delle agenzie di rating messe sotto tiro.