di Red
SIENA. Dalla fine del 2007, cioè da quando fu annunciato l’acquisto di Banca Antonveneta, tutti i comunicati emessi dall’ufficio stampa del Monte dei Paschi di Siena hanno costantemente sbagliato tutte le previsioni presenti e future sul destino dell’istituto di credito. Avevano disegnato una incrollabile età dell’oro per Siena e per gli azionisti; invece non ci hanno guadagnato nemmeno una denuncia per false comunicazioni sociali. Per cui nessuna sorpresa oggi con il titolo sospeso: la smentita sulla nostra indiscrezione di un nuovo aumento di capitale in arrivo data dal membro del CdA Alessandro Falciai è stata trattata come tutto quello che hanno comunicato da Rocca Salimbeni in questi anni. E con loro hanno sbagliato le previsioni, speriamo perchè ciecamente fiduciosi del management montepaschino su una situazione di cui non conoscevano nulla, tutti i politici, senesi e non, che abbiano aperto bocca per lodare prima Mussari e poi Profumo, due facce della stessa medaglia. Dai sindaci Cenni e Ceccuzzi, dai ministri Tremonti, Padoa Schioppa e Padoan fino alle ultime esternazioni di Valentini e Scaramelli – chi sono costoro? – cui la Borsa ha risposto prontamente con un ribasso secco. Morale: la politica truffa e il mercato punisce, il 7 aprile 2015 il titolo valeva 2.56 euro e stasera si va a dormire con 0,76 e tutto l’ultimo aumento di capitale bruciato!
Dopo aver “scroccato” al mercato i capitali per ripianare il debito Antonveneta con tutte queste affermazioni non veritiere – tanto da far venire qualche dubbio sulla volontarietà di raccontare cose false da parte della Rocca – adesso cosa si fa? La lunga lista dei destinatari dei cosiddetti “crediti inesigibili” diventerà pubblica come quella con i nomi dei clienti Banca Etruria che sta emergendo in questi giorni e sta mandando in vacca l’operazione “mani pulite” del governo sul caso Boschi? Peraltro Matteo Renzi dovrebbe essere in aula alla Camera per rispondere alla mozione di sfiducia della minoranza parlamentare. Sperava di arrivarci con la rabbia degli obbligazionisti sfiancata dall’attesa invece il fatto che il cosidetto “faccendiere” Flavio Carboni abbia ammesso i contatti con Pierluigi Boschi sta facendo vacillare la solita bonomia renziana.
Non speriamo nell’Aula. Politici contro politici eviteranno di fare le domande che porremmo noi… Canis canem non est. Due sono i motivi principali dell’ennesimo ribasso del titolo MPS. Uno, il non aver fatto la bad bank a tempo debito. Avete fatto caso che Juncker e la Commissione Europea sono ai ferri corti con il governo Renzi su questa questione? Perchè? Ci piacerebbe potervelo spiegare. Il fatto è che questo governo non ha mai illustrato le proposte che ha presentato a Bruxelles, quindi non possiamo discutere sulle risposte della Ue che diventano criptiche. Tremonti se la cavò col marchingegno dei “Nuovi strumenti fianziari” senza risolvere il problema ma solo amplificandolo per il futuro come una Alexandria qualsiasi… Quali marchingegni per sostenere MPS perchè continui a essere inespugnabile alla verità delle malefatte del ventennio 1995-2015 abbiano proposto non lo sanno spiegare nemmeno i divulgatori finanziari nazionali, come ha ammesso stamattina alla radio Oscar Giannino in “Attenti a noi due”.
Il secondo motivo è che febbraio sta arrivando a grandi passi. E con esso i nuovi stress test che la Bce ha ordinato fin dallo scorso novembre. Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare e Ubi sono nell’elenco delle 53 banche dell’Eurozona che verranno valutate. E per MPS il rischio della bocciatura è talmente elevato che i bookmakers non accettano scommesse. Molti sono già in fibrillazione e la Borsa è un recinto di scommettitori che fiutano il momento. Il 2016 potrebbe diventare l’anno della verità, specialmente se la Commissione Europea non avesse più argomenti tecnici per sostenere i piani finanziari del governo italiano sulla banca. A Bruxelles, in fin dei conti, non hanno fatto altro che accontentarlo fino ad oggi.