...e dell'ok di Bankitalia. Intanto Caltagirone "abbandona la nave"
di Red
SIENA. Fondazione Crt, tramite le parole di un dirigente che ha chiesto l’anonimato, ha fatto sapere che di entrare nel capitale di MPS, visto com’è impegnata nella ricapitalizzazione di Unicredit, non ci pensa per niente. Un altro uccellino avrebbe spifferato alle agenzie di stampa che il vertice di Rocca Salimbeni sta già pensando al piano B nel caso (assai probabile) che le dismissioni annunciate non siano attuabili a causa della mancanza di acquirenti dotati di contanti. Viola avrebbe tirato fuori l’idea dei Coco’s bond.
Intanto si è svolto il CdA di MPS. Alla fine del quale, Francesco Gaetano Caltagirone, vicepresidente sospeso della banca, ha comunicato a Borsa Italiana di aver venduto, tra il 13 e il 16 gennaio, 23,24 milioni di azioni dell’istituto di credito senese a un prezzo compreso tra 0,2136 e 0,225 ad azione, che erano in carico a tre società a lui riconducibili. Il 13 il costruttore romano ha sfruttato così l’onda del rialzo per la nomina di Viola a nuovo Direttore Generale e l’immissione dei titoli sui mercati ha provocato la discesa dell’azione nei giorni seguenti. Controllare i valori di borsa: 10 gennaio 0,1975 euro, 12 gennaio 0,2322, 13 gennaio 0,2195, 16 gennaio 0,2131: il vicepresidente non crede a quello che hanno deciso di fare. La grande fuga, nonostante perdite gravissime, è iniziata?
Sicuramente Caltagirone avrà la piena facoltà civile e legale di vendere, ma in questo momento con questa azione si è messo moralmente fuori da Siena. Anche perché nessun esponente del “Sistema Siena” ha l’autorevolezza di potergli gridare – come al comandante Schettino – quel “vada a bordo, c…o!”, scritto su migliaia di magliette stampate dopo il disastro del naufragio Costa Concordia. Viste le dimissioni suggerite a e accettate da Antonio Vigni e la certezza (un po’ pencolante, per la verità, sentite le ultime voci) della volontà di Mussari di non proseguire nell’incarico che “non è il suo mestiere” di presidente MPS, aspettiamo l’uscita dalla scena anzitempo di Mancini, travolto dalla fuga disordinata, nonostante gli accordi politici tra le varie componenti della maggioranza al governo in Palazzo Pubblico.
Malgrado ciò, oggi il titolo ha goduto del rimbalzo della borsa dopo il successo decretato alla trasferta di Mario Monti a Londra, che ha spurgato dalle tossine del downgrade delle agenzie di rating il prestigio dello Stato Italiano. L’azione MPS +3,50% vale oggi 0,2128 euro. Dalle altre buone notizie diffuse sulle due sponde dell’Atlantico ha beneficiato anche lo spread che è sceso a 452 punti base sul BTp decennale.
Rispondendo alle domande delle autorità europee il consiglio di amministrazione di Commerzbank, al termine di una riunione, ha diffuso un comunicato stampa, nel quale spiega che “Prima della fine del 2011 ha già colmato il 57% (3 miliardi di euro) del deficit di capitale determinato dall’Autorità bancaria europea in 5,3 miliardi di euro e ha avviato le misure per colmare il resto entro la fine di giugno 2012, senza ricorrere ad aiuti statali”.
Attendiamo le risultanze del consiglio di amministrazione di MPS, che arrivano dopo le ore 20. Le agenzie parlano di un “via libera dato dal CdA al piano per il rafforzamento patrimoniale richiesto dall’Eba”, senza dettagli. Nel mix di iniziative finanziarie si deve mettere anche in conto la prospettiva di non distribuire utili nei prossimi anni, aggiungendo 15-20 punti base necessari per arrivare al Core Tier al 9%, come richiesto dall’Eba. Il piano industriale di Vigni e Mussari (due miliardi di utili entro il 2015) va definitivamente nel cestino: così non s’è vinto, e allora chi paga pegno? La città!
Sarebbe così scongiurata la ricapitalizzazione. Dettagli ulteriori sembra che non ce ne siano, per ora. Ma la notte deve passare. Entro domattina, dunque, il dg Viola e il presidente Mussari, dovranno illustrare in Banca d’Italia il piano per rastrellare i complessivi 3,267 miliardi entro giugno. Troveranno ad attenderli orecchie attente ma comprensive: il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nel recente incontro con i vertici delle banche, ha fatto intendere che, di qui all’inizio dell’estate, molte cose potranno cambiare.
Ma nell’autorevolezza di domani si giocano buona parte delle possibilità di Mussari di rimanere presidente Abi dopo il rinnovo primaverile: una bocciatura ricevuta da Visco e Bankitalia sarebbe mortale per le aspirazioni dell’avvocato di Catanzaro e le attese del sindaco di Siena che vuole avere le mani libere per gestire il Monte come meglio crede. Dopo cena, tutti incollati alla televisione per sentire cosa diranno a La7 nel programma Piazzapulita. Nessun titolo migliore per quello che davvero si dovrebbe fare a Siena.