La Borsa crede nel piano di Viola. E speriamo anche l'Eba...
di Red
SIENA. Venerdì il titolo MPS è stato a lungo la blue chip di Borsa Italiana, per chiudere le contrattazione del FTSE MIB subito dietro Finmeccanica con +8,08% a euro 0,23. Effetto trainante delle indiscrezioni sulla presentazione di un piano all’Eba che esclude l’aumento di capitale, ma che alla chiusura delle contrattazioni non era stato ancora presentato. Lunedì prossimo ci ritroveremo con o senza l’accordo sulla Grecia e con i risultati delle liberalizzazioni proposte dal governo Monti e ne vedremo delle belle. Ci si è messo anche il premier ungherese Orban, che ha dichiarato di voler rinunciare al progetto di mettere sotto controllo statale la banca centrale magiara.
Politica e finanza sembrano voler camminare a braccetto, ma è meglio non fidarsi. Intanto accontentiamoci della fiducia dei mercati nell’azione propulsiva del neo direttore generale Viola che sembra incassare una vittoria alla prima battaglia. Anche l’altro istituto di cui gli analisti temevano ieri la nazionalizzazione, la tedesca Commerzbank, ha ricevuto fiducia dai mercati, chiudendo le contrattazioni a Francoforte con +6,30%: anch’esso prevede di soddisfare il buffer dell’Eba senza ricorrere al mercato.
Per tornare al nostro paese, i piani presentati da MPS, Banco Popolare e UBI Banca sono da stasera al vaglio della Banca d’Italia e, in seconda battuta, dell’Eba e vedremo se saranno ritenuti sufficienti. Forse sì, visto che nel mese di giugno l’ente europeo dovrà riconsiderare diversamente rispetto a oggi l’incidenza dei titoli di stato sui ratios patrimoniali delle banche. Saranno passate così le aste di primavera, sarà attivato il fondo salva stati Efsf, il valore dei titoli potrebbe aumentare, come da qualche giorno va ripetendo il presidente della Bce Mario Draghi.
Lorenzo Dilena, su www.linkiesta.it, si dilunga sulla figura di Mussari, dando voce a tanti senesi silenziosi: “da tempo ho il sospetto che Giuseppe Mussari, presidente della Banca Mps, non sia granché come banchiere. Mi sbagliavo, ma questo ai giornalisti capita spesso, non sono mica banchieri. È stato lui stesso a convincermi: «Questo non è il mio lavoro e non voglio confonderlo con la professione: tornerò a fare l’avvocato, che poi è quello che so fare». Mussari mi ha anche dato una grande illuminazione: come diventare milionario creandomi un capitale dal nulla. Lui lo sta facendo con Mps e pare che funzioni”, prosegue il giornalista, che aggiunge “quando l’Europa gli ha chiesto di aumentare il patrimonio della banca, ha risposto picche: non andrà mai in giro con il cappello in mano a chiedere soldi a quei maledetti speculatori che vogliono portarci via le nostre banche. Mi ha fatto sentire orgoglioso: così si comporta un banchiere italiano, anche se poi lui banchiere non è. Ma con i soldi come farà? Dicono che trasformerà i debiti in capitale, cambierà modello contabile e poi venderà gli immobili e qualcos’altro. La cosa che mi è piaciuta di più è l’adozione di modelli contabili avanzati. Pare che valutando gli attivi secondo questi sistemi nuovissimi, appariranno 600 milioni di patrimonio. A me sembra una cosa fantastica, ma non sono il solo ad avere apprezzato. Anche altre banche come Ubi Banca e Banco Popolare la vogliono copiare, e nemmeno loro faranno un aumento di capitale. Solo Unicredit non ha potuto farci nulla, perché, siccome è una banca pan-europea, all’estero hanno detto che non bastava. Il solito pregiudizio anti-italiano”.
Forse è così, ha ragione Dilena, ci stiamo arrotolando su noi stessi. Al livello superiore, infatti, la domanda è rimasta senza risposta: come è possibile che l’Italia sia un paese affidabile, se i suoi titoli di stato in mano alle banche secondo l’Eba non lo sono? Delle due l’una: o è tutto un bluff o è una gigantesca presa in giro. Se l’Italia è solvibile, MPS non è in crisi. Succube sicuramente delle consorterie politiche del centrosinistra con propaggini affaristiche per il centrodestra, ma non è in crisi. Ma stiamo parlando di cose non belle, che toccano la vita delle persone. Il loro presente e il loro futuro.
Ma oggi l’andamento di borsa ha portato come risultati anche il calo dello spread fra BTp e Bund, sceso a 433 punti base, e mantenuto il cambio euro/dollaro poco sopra quota 1,29 euro: nonostante tutto il downgrade possibile delle agenzie di rating americane dei giorni passati avrebbe dovuto togliere credibilità e forza alla valuta europea. Bene per Barack Obama e male per i Repubblicani, alle prese con le elezioni negli USA. Chissà se qualcuno studierà correlazioni fra tutte queste cose.