Nessuno è risparmiato dai problemi economici globali
di Red- foto di Corrado De Serio
SIENA. L’incontro a Firenze dell’assessore regionale Simoncini, di cui scrivevamo l’altro ieri, con le organizzazioni sindacali e le Rsu, l’assessore alle attività produttive della Provincia di Siena, Tiziano Scarpelli e il commissario prefettizio di Siena, Enrico Laudanna, ha chiarito che in Regione Toscana su MPS non è stato ancora aperto un dossier né un tavolo di crisi. Tuttavia, l’ente avrebbe assicurato “la massima attenzione sulla vicenda sottolineandone la grande importanza, sia a livello regionale che nazionale”. Cosicché la riunione si conclusa con “l’auspicio, da parte della Regione e delle istituzioni, di un sereno confronto fra le parti, che porti a soluzioni che consentano il mantenimento della continuità produttiva e occupazionale dell’azienda, che ne preservi il forte radicamento sul territorio toscano”.
L’assessore Simoncini il giorno dopo ha avuto una riunione per discutere i problemi di Bassilichi, e non a caso. Un po’ perché confermano le voci che vogliono il gruppo guidato da Leonardo Bassilichi alle prese con diversi problemi che porteranno alla riorganizzazione aziendale. Un po’ perché nuove e importanti commesse potrebbero venire dal processo di esternalizzazione in atto a MPS e non solo. Unicredit sta agendo in questo senso con due progetti chiamati “All4quality” e “Newton” in partecipazione con HP Hewlett Packard e corre seriamente il rischio di fare apripista prima del Monte. Infatti il processo in atto è stato bloccato lo scorso autunno dai sindacati: prevede l’esternalizzazione a una Newco (che applicherà il contratto dei metalmeccanici) delle Risorse umane dello Shared Services Center, il ‘consorzione’ di gruppo che conta 350 addetti. Tuttavia la stessa HP è in crisi e sta realizzando un piano di licenziamenti in tutto il mondo di 29mila esuberi (tagli in vista anche in Italia), per ottenere risparmi fino a 3,5 miliardi di dollari da destinare all’innovazione. Ubi banca e altri istituti stanno studiando il da farsi, e Bassilichi – se davvero ci sono Fondi disposti a entrare in aumento di capitale – potrebbe divenire un partner prezioso e efficiente a questa “rivoluzione” per molte banche.
Comunque, come le pesanti ristrutturazioni aziendali in corso ci dimostrano, non bisogna dimenticare che lo scenario che fa da sfondo a ogni singolo problema è la crisi economica internazionale in cui si è inserita a pieno titolo anche la Germania della Merkel. Era intuibile dagli indicatori economici degli scorsi mesi e dall’ovvia considerazione che nel mercato globale non si è mai immuni dai problemi altrui. La produzione dell’industria a settembre ha segnato un aggravamento della dinamica di calo, con un meno 1,8 per cento rispetto al mese precedente. Un dato che conferma le indicazioni negative già giunte ieri dagli ordini, che con un meno 3,3 per cento sullo stesso mese non fanno presagire miglioramenti per l’immediato. Dopo il balzo del 3 per cento del Pil 2011, quest’anno la Germania dovrà accontentarsi di un mesto più 0,8 per cento, valore cui si limiterà anche nel 2013. Osservazioni in tal senso sono venute dal Governatore della Bce Mario Draghi: “La Germania finora è stata ampiamente al riparo dalle difficoltà che hanno investito altre aree dell’eurozona. Ma gli ultimi dati indicano che questi sviluppi stanno iniziando a interessare anche l’economia tedesca”. E poiché “è un’economia aperta e integrata non deve stupire che un rallentamento nel resto dell’Eurozona abbia un impatto anche qui. Gli scambi commerciali interni all’area euro contribuiscono per il 40% del suo Pil e circa il 65% degli investimenti diretti esteri arrivano da altri Paesi euro”. Come questo sviluppo dell’andamento economico europeo inciderà sull’approvazione del piano di aiuti di Stato a MPS, si vedrà nei prossimi giorni. Infatti, il governo tedesco deve andare in soccorso delle banche pubbliche della Germania (le Landesbanken), e dovrà per forza contrattare con gli altri paesi europei e la Bce il piano di salvataggio (per tutti i comparti in crisi), che prevede una esposizione globale di Berlino per 500 miliardi di euro.
Ciò aumenta le probabilità di un successo dell’intervento fatto con i Monti bond, di cui non si capisce perché non si sia fatto un uso risolutore dei problemi di Rocca Salimbeni e ci si sia fermati a soli 3,4 miliardi di euro. Sono i “misteri contabili mediatici” dell’istituto senese: una banca che sembra non possa prescindere da 4600 esuberi per risanare il bilancio ma che aumenta nel secondo trimestre del 2012 i costi del personale, e che – nel frattempo – riesce a restituire 4 miliardi di euro prestati a suo tempo dalla Bce a tassi stracciati (1%), sottraendoli alla possibilità di impieghi a favore di imprese e famiglie, come richiesto esplicitamente dagli organi finanziari e politici che quei soldi glieli hanno concessi a suo tempo. Quella era la causale… ma chi se ne importa.