Parisi: "Mistifica la realtà". Faenzi: "Dovrebbe fare esplicita ammenda"
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FIRENZE. «Il presidente Rossi avrebbe dovuto avere il buon gusto di tacere. La sua sfacciataggine ha dell’incredibile: porre l’accento sul profilo giudiziario – che comunque apre molti interrogativi – minimizzando l’aspetto politico, così come ha fatto oggi il presidente toscano riguardo la vicenda Monte dei Paschi, significa mistificare la realtà per negare un’evidenza. Le riunioni nella sede della Fondazione di D’Alema, gli incontri tra vertici del Pd e amministratori locali – tutti di area ‘democratica’ –, il coinvolgimento dei maggiorenti nazionali del Pd nelle decisioni più importanti: tutte verità incontestabili, e confermate dalle dichiarazioni rese ieri alla stampa da Franco Ceccuzzi. Il Monte dei Paschi di Siena è stato dunque per anni guidato sostanzialmente da un partito politico, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. A parte il fatto che la minaccia di ‘sbranare’ gli avversari politici, non ha portato molta fortuna a chi l’ha pronunciata, oggi Rossi e il suo partito dovrebbero scusarsi con i senesi e con i toscani per dove hanno condotto la banca: chi comandava nel MPS era solo e soltanto il Partito democratico, e, al di là delle apparenze e dei buoni propositi, anche le ultime nomine in seno alla Fondazione – con buona pace del presidente Rossi – sembrano confermare la persistenza di questo stretto legame tra banca e partito. Continuare a negarlo indefessamente, limitandosi a stigmatizzare un generico ‘intreccio localistico tra politica e banca’, sembra più una terapia di autoconvincimento che un esercizio di onestà intellettuale».
«Le parole del presidente Rossi sono ammissione, sin troppo timida, delle responsabilità del Pd nella crisi del Monte dei Paschi. Se è vero, come è vero, che sono stati commessi degli errori, e se è vero, come è vero, che a tenere le redini della governance della banca era il centrosinistra, ne deriva che gli errori sono da addebitare al Pd».
Questa la replica di Monica Faenzi, commissario del Popolo della Libertà di Siena, alle dichiarazioni del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi sul caso Monte dei Paschi all’indomani della chiusura di una delle inchieste sull’istituto bancario.
«Il presidente Rossi si ricordi che mangiare troppo rapidamente e con foga potrebbe essere causa di indigestione. E’ successo a Bersani nel febbraio scorso dopo la non vittoria alle elezioni politiche; potrebbe succedere ancora a Enrico Rossi, che oggi rprende l’infelice espressione usata in campagna elettorale dal suo ex segretario per cercare di uscire dall’angolo cui la vicenda MPS lo aveva costretto. Rossi, così come tutti gli esponenti del Pd, dovrebbe fare esplicita ammenda per ‘gli errori di valutazione’ commessi dal suo partito a ogni livello – a partire dal plauso per l’operazione Antonveneta pronunciato nel 2007 da illustri esponenti regionali del Pd – e smetterla con il patetico tentativo di coinvolgere il Popolo della Libertà in questa vicenda. Estranei alla trafila di errori commessi in passato, e totalmente e volutamente al di fuori della partita delle nomine, oggi il nostro impegno è rivolto a salvaguardare la banca, chi vi lavora e chi vi ha depositato i propri risparmi. Il resto non ci interessa, e lo lasciamo volentieri agli sbranatori di professione», conclude Faenzi.