Il processo di esternalizzazione è ormai pronto: futuro incerto per i lavoratori, e per l'economia cittadina
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1352993137974.jpg)
di Red
SIENA. Al Cog sono momenti di grande fibrillazione. Mentre le OO.SS. si palleggiavano le trattative con la signora Dalla Riva, lunghe e inconcludenti, nei piani alti della Rocca si sviluppava il piano di trasferimento del settore informatico ad azienda esterna – come programmato nel Piano Industriale. Nulla di nuovo sotto il sole – ovvero c’era da aspettarselo in questo Paese splendidamente fotografato nel film “Viva l’Italia” ancora nelle sale cinematografiche – ma ci sarebbero le prove che, mentre davanti si chiacchierava con la Responsabile delle Risorse Umane, dietro qualcuno avrebbe cercato, riuscendoci, di sistemare la propria posizione personale e, in barba ai divieti non scritti scattati, sembra, all’inizio dell’estate dopo le dimissioni del sindaco, sia riuscito a farsi trasferire in uffici “tranquilli”, evitando di cadere nella trappola dell’esternalizzazione.
D’altra parte se Profumo e Viola avevano fatto venire gli esperti di Value Partners a verificare le problematiche sul terreno, alla fine qualche topolino doveva essere partorito. O no? Ma cortesemente, non cadiamo dal pero! Il fuggi fuggi dei rappresentanti sindacali davanti al movimentismo padronale li lascia privi delle coperture che si sarebbero potute contrattare. Si sarebbe potuto contrattare perfino l’ineludibile. E al cronista non resta altro che raccontare i fatti e cercare di guardare le conseguenze future.
Non ci sono ancora stime ufficiali, ma sembra che il numero dei lavoratori che “accartoccia” la tessera sindacale sia in costante aumento. Si rimprovera ai sindacati di non aver trattato il grave problema, né come rifiuto dell’esternalizzazione, ma nemmeno come condizioni per le quali il trasferimento del Centro Operativo in altra azienda potessero essere le meno dolorose possibili per i lavoratori.
“Se non si danno una sveglia”, è il commento che gira in città, “i lavoratori rimarranno senza alcuna tutela e faranno la fine dei dipendenti Eutelia”. Se poi ci guardiamo intorno, la violenza che percorre l’Italia, la Spagna, la stessa Serbia che dall’industrializzazione Fiat avrebbe trovato linfa per un salto nel futuro, fino alla Cina dove sta per saltare il tappo all’industrializzazione di Stato con la manovalanza che spinge per avere reddito da spendere, capiamo l’incertezza che attraversa Siena in questi giorni.
E sono appena due anni da quando qualcuno pensava alle 50 coccole di Siena Meravigliosa 2.0 e il vento in poppa spirava abbondante dietro l’ignaro e supponente Titanic senese. Ma senza un Di Caprio o una Winslet, purtroppo, a curarci l’immagine.
Adesso arriva pure la chiamata alle armi per la difesa dell’ente Provincia. “Lor signori, dall’alto degli scranni della politica, non si rendono conto della realtà” ci ha detto un dipendente del Cog, che vuole rimanere rigorosamente anonimo (chissà perché: eppure dovremmo vivere in una democrazia, e invece si ha paura di probabili ritorsioni); “A me” aggiunge “dove sia il capoluogo provinciale non fa né caldo né freddo; la paura è di rimanere nel giro di due anni prima con lo stipendio tagliato da metalmeccanico e subito dopo senza lavoro. Un male grosso per me, ma altrettanto per una parte della città, che sonnecchia e gode finalmente delle disgrazie dei bancari. Ma che se ne faranno loro del capoluogo a quel punto: nulla. Diventeremo una città di emigranti”.
Alla Festa Democratica, in Fortezza, forse per un senso del pudore Gino Paoli, tra le tante canzoni eseguite, evitò di deliziarci con la sua “Quattro amici al bar … che volevano cambiare il mondo destinati a qualche cosa in più che ad una donna ed un impiego in banca”: ancor prima che lo dicesse Alessandro Profumo in un acceso dibattito, il cantautore lo aveva già capito che il Monte era al capolinea.