Le comunicazioni di Mef e banca sno state omissive?
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ROMA. Il Codacons ha chiesto alle autorità competenti di accertare se il Ministero dell’Economia e MPS abbiano diffuso informazioni omissive e fuorvianti al mercato, attraverso i comunicati emessi rispettivamente l’8 settembre ed il 9 settembre scorso, relativamente all’accordo raggiunto tra la Commissione Europea ed il Governo italiano durante il weekend del 7/8 Settembre a Cernobbio.
Alle 19:55 di domenica 8 settembre 2013, il Ministero e dell’Economia ha emesso il comunicato stampa N° 152 dell’8 Settembre 2013 avente per oggetto ‘AGGIORNAMENTO IN MERITO AL NEGOZIATO SUL PIANO DIRISTRUTTURAZIONE DI BMPS’ in cui viene riportato che l’accordo raggiunto con la Commissione Europea prevede che MPS esegua un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro da completarsi entro il 2014 destinato alla restituzione di Monti Bond. Nel comunicato è stato omesso che in caso di insuccesso dell’aumento di capitale i Monti Bond dovranno essere convertiti in azioni, come dichiarato dal Commissario Europeo Almunia il 7 settembre, senza per altro smentirlo.
Alle ore 8:32 di lunedì 9 settembre, MPS ha emesso a sua volta un comunicato stampa ‘BMPS, PIANO DI RISTRUTTURAZIONE’ facendo riferimento in modo generico ‘al comunicato diffuso dal MEF’ senza darne un riferimento specifico, allegandolo o semplicemente spiegando dove acquisirlo. Posto che i piccoli investitori non sono tenuti nemmeno a sapere il significato dell’acronimo MEF, MPS nel comunicato ha omesso di citare espressamente tutte le informazioni price sensitive contenute nell’accordo incluso l’obbligo di effettuare un aumento di capitale di 2,5 miliardi entro il 2014. Anche MPS come il MEF ha omesso di dire che in caso di insuccesso dell’aumento di capitale i Monti bond verranno convertiti in azioni, come dichiarato dal Commissario Europeo Almunia il 7 settembre a Cernobbio senza per altro smentirlo.
Il CODACONS ha chiesto alla magistratura di accertare se la diffusione di informazioni intermedie, parziali – e in quanto tali potenzialmente fuorvianti – abbia generato disorientamento nell’opinione pubblica e incertezza sui mercati ed abbia condizionato il prezzo delle quotazioni.
In particolare, l’associazione di consumatori ha chiesto di verificare se MPS abbia omesso di rappresentare al mercato in modo adeguato il rischio di una possibile diluizione per gli azionisti a fronte di un aumento di capitale di 2,5 miliardi entro il 2014 o in alternativa della parziale nazionalizzazione della banca, accertando al contempo se la CONSOB abbia omesso alla sua funzione di controllo delle informazioni diffuse dal MEF e da MPS nei comunicati sopra menzionati.
Prescindendo da aspetti di merito che saranno ora oggetto di valutazioni da parte delle autorità competenti, il CODACONS non può esimersi dall’esprimere un giudizio di pesante censura nei confronti di MPS per non aver sentito nemmeno l’esigenza di usare particolare chiarezza nella comunicazione al mercato in una vicenda complicata che riguarda anche decine di migliaia di piccoli azionisti, ma addirittura citando solo in modo indiretto fatti di assoluta importanza per permettere di prendere decisioni informate.
Alle 19:55 di domenica 8 settembre 2013, il Ministero e dell’Economia ha emesso il comunicato stampa N° 152 dell’8 Settembre 2013 avente per oggetto ‘AGGIORNAMENTO IN MERITO AL NEGOZIATO SUL PIANO DIRISTRUTTURAZIONE DI BMPS’ in cui viene riportato che l’accordo raggiunto con la Commissione Europea prevede che MPS esegua un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro da completarsi entro il 2014 destinato alla restituzione di Monti Bond. Nel comunicato è stato omesso che in caso di insuccesso dell’aumento di capitale i Monti Bond dovranno essere convertiti in azioni, come dichiarato dal Commissario Europeo Almunia il 7 settembre, senza per altro smentirlo.
Alle ore 8:32 di lunedì 9 settembre, MPS ha emesso a sua volta un comunicato stampa ‘BMPS, PIANO DI RISTRUTTURAZIONE’ facendo riferimento in modo generico ‘al comunicato diffuso dal MEF’ senza darne un riferimento specifico, allegandolo o semplicemente spiegando dove acquisirlo. Posto che i piccoli investitori non sono tenuti nemmeno a sapere il significato dell’acronimo MEF, MPS nel comunicato ha omesso di citare espressamente tutte le informazioni price sensitive contenute nell’accordo incluso l’obbligo di effettuare un aumento di capitale di 2,5 miliardi entro il 2014. Anche MPS come il MEF ha omesso di dire che in caso di insuccesso dell’aumento di capitale i Monti bond verranno convertiti in azioni, come dichiarato dal Commissario Europeo Almunia il 7 settembre a Cernobbio senza per altro smentirlo.
Il CODACONS ha chiesto alla magistratura di accertare se la diffusione di informazioni intermedie, parziali – e in quanto tali potenzialmente fuorvianti – abbia generato disorientamento nell’opinione pubblica e incertezza sui mercati ed abbia condizionato il prezzo delle quotazioni.
In particolare, l’associazione di consumatori ha chiesto di verificare se MPS abbia omesso di rappresentare al mercato in modo adeguato il rischio di una possibile diluizione per gli azionisti a fronte di un aumento di capitale di 2,5 miliardi entro il 2014 o in alternativa della parziale nazionalizzazione della banca, accertando al contempo se la CONSOB abbia omesso alla sua funzione di controllo delle informazioni diffuse dal MEF e da MPS nei comunicati sopra menzionati.
Prescindendo da aspetti di merito che saranno ora oggetto di valutazioni da parte delle autorità competenti, il CODACONS non può esimersi dall’esprimere un giudizio di pesante censura nei confronti di MPS per non aver sentito nemmeno l’esigenza di usare particolare chiarezza nella comunicazione al mercato in una vicenda complicata che riguarda anche decine di migliaia di piccoli azionisti, ma addirittura citando solo in modo indiretto fatti di assoluta importanza per permettere di prendere decisioni informate.