Decreto sulla Gazzetta Ufficiale di ieri: la palla ritorna al potere legislativo
di Red
SIENA. II decreto che contiene la normativa sui Monti bond, lo strumento finanziario ad hoc che darà ossigeno al rilancio del gruppo bancario MPS alle prese con una profonda crisi, è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. Comunque dopo lunga e difficile gestazione, il Tesoro deve ancora, e pare abbia tempo fino a gennaio 2013, sottoscrivere i 3,9 miliardi di obbligazioni che l’assemblea di Rocca Salimbeni ha deliberato, tra mille polemiche, all’inizio di dicembre. E’ bene ricordare che senza questa robusta iniezione di capitali pubblici le prescrizioni categoriche dell’Eba sulla consistenza patrimoniale non potrebbero essere raggiunte. Il governo Monti, preso atto dell’improvvisa battuta d’arresto e dell’annullamento del provvedimento in commissione Bilancio del Senato, legato dalla politica alle incertezze sulla caduta del governo e alle ormai imminenti elezioni legislative, ha inserito il regolamento dei Monti bond in un decreto legge chiamato “salva-infrazioni” che è stato approvato giovedì 6 dal Consiglio dei Ministri. Appena dopo la firma del presidente Napolitano, il decreto è stato dunque pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Su come funzioneranno questi nuovi strumenti finanziari rispetto al testo non approvato in Commissione, è possibile dire fin d’ora che non ci sono variazioni. Perciò l’istituto di credito senese manterrà la possibilità, in caso di perdita nel bilancio, di pagare le cedole con nuovi bond del Tesoro e non solo con azioni. Cosa che con i risultati già conseguiti nel corso dell’anno e illustrati con le relazioni trimestrali possiamo dare per certa. E’ previsto inoltre che il valore con cui saranno emesse queste nuove azioni sia quello di mercato e non quello di libro come voleva la Commissione UE. Allontanando in ogni caso lo spettro dell’ingresso diretto dello Stato come socio di maggioranza nel capitale sociale di Monte dei Paschi nel breve periodo. In questa situazione rimane col famoso “cerino acceso” in mano la Fondazione MPS che sa già di non poter contare su alcun utile proveniente da Rocca Salimbeni nei prossimi anni. Ora però il provvedimento deve ritornare all’approvazione del Parlamento. Da cui fonti bene informate dicono che sarà trasformato in emendamento ed inserito nelle pieghe della legge di stabilità, dai relatori o dal governo stesso. Strada obbligata, come avevamo anticipato ieri, garantita dalla promessa dei partiti di approvare la legge di stabilità e permettere al governo Monti un degno epilogo.