Bancari in calo a piazza Affari e Mancini pensa a vendere...
di Red
SIENA. Il rinvio a giudizio di Mussari, Vigni e Baldassarri siapoato dal gip Bellini probabilmente serve a evitare – dove possibile – la caduta in prescrizione di qualche reato contestato, ma dà anche un preciso segnale che nel Tribunale di Siena le carte “non dormono”. Sarebbe confermata dal Gip l’ipotesi investigativa della Procura che contesta ai tre il reato, in concorso, di “ostacolo all’autorità di vigilanza per l’occultamento del “mandate agreement” nell’ambito della ristrutturazione del derivato Alexandria con banca Nomura”. Si tratta di uno stralcio dal complesso dell’indagine solo per questo specifico reato e solo per i tre personaggi elencati, commesso “allo scopo di abbellire i bilanci della banca e tutelare le proprie posizioni personali”. Come riferisce la Reuters: “Il gip – aggiunge una delle fonti – ha accolto l’impostazione dell’accusa e ha disposto il giudizio immediato per Baldassarri poiché si trova in carcerazione cautelare (i termini scadono il 14 agosto, ndr) e per Mussari e Vigni perché ha riconosciuto l’evidenza della prova”.
Interpellati in proposito, i difensori di Mussari definiscono “curioso” l’iter processuale scelto, ma si mostrano comunque tranquilli sull’esito, sottolineando che il loro assistito non ha “ostacolato nessuno”, ed ostentano una grande sicurezza: “Siamo tranquillissimi perché non abbiamo ostacolato nessuno, siamo assolutamente sereni e non abbiamo nessun problema a difenderci davanti al giudice che è il giudice naturale”, ha dichiarato Tullio Padovani, uno dei legali di Giuseppe Mussari. Il legale ha aggiunto che “lo stralcio appare curioso da un punto di vista processuale, ma andare dal giudice prima o dopo non fa grande differenza, anzi vuol dire che saremo dichiarati innocenti più presto”. I difensori degli altri due imputati non avrebbero rilasciato dichiarazioni in proposito. Il processo immediato è quel rito che prevede di saltare il provvedimento di chiusura delle indagini (il cosiddetto 415 bis), la presentazione delle richieste di rinvio a giudizio e la conseguente udienza preliminare che può durare anche mesi, e arrivare direttamente al dibattimento in aula, aperto al pubblico. Questo genere di processo si chiede quando si ritiene raggiunta l’evidenza della prova o quando ai gravi indizi di colpevolezza si aggiunge il fatto che la persona imputata sia in carcere o ai domiciliari.
A Piazza Affari il titolo MPS ha chiuso in rosso: -1,63% a euro 0,2229 in una situazione internazionale incerta che ha penalizzato tutto il comparto bancario. Sono tutti in attesa delle decisioni della Corte Costituzionale tedesca, anche se sembra non possa esprimere pareri negativi sull’operato della Bce. Incertezza anche per le prese di posizione della Bank of Japan sugli sviluppi della propria politica monetaria. Oltre al rallentamento della crescita dell’economia cinese. Per cui spread in rialzo, toccando quota in serata di 274 punti base sul Btp/bund (fonte Borsa Italiana). Questo è un freno per la volontà espressa dalla Fondazione di procedere alla vendita di un altro pacchetto di azioni per chiudere la partita dei debiti contratti per l’adesione all’aumento di capitale del luglio 2011. A cui peraltro il nuovo sindaco di Siena, Bruno Valentini, ha chiaramente chiesto di astenersi dal prendere decisioni significative in quanto in scadenza di mandato (3 agosto). Resta curioso il fatto che Gabriello Mancini sia convinto che possa essere un affare vendere azioni adesso. Perché con la perdita del vincolo del 4% la contendibilità dell’istituto di credito sarebbe un fatto certo, ed è l’attenzione degli operatori di borsa che fa aumentare il valore delle azioni. Quindi si dovrebbe vendere dopo aver abolito il vincolo, sempre che per il nuovo sindaco sia possibile andare avanti con l’opzione cara al presidente della banca Alessandro Profumo, che non ha mancato di far leva sul presidente di Palazzo Sansedoni fino ad oggi. E dire che si stigmatizzavano da molto tempo le interferenze del vecchio Mussari!
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