Ancora cali in borsa. Citigroup e Morgan Stanley spiegano...
di Red
SIENA. I politici sembrano non prendere sul serio l’economia e i suoi protagonisti. Mentre il governo italiano si balocca con i saldi della manovra e i destinatari delle nuove tasse che la accompagnano, lo spread tra BTp e Bund tedeschi supera nuovamente i 300 punti. Un segnale piccolo, ma enormemente significativo: le chiacchiere vanno bene ai comizi, alle feste dell’Unità, ai talk show, ma per i mercati in borsa e le imprese contano i risultati. Così come ai politici che guidano “per diritto divino” le banche, nel caso specifico proprio MPS, rimanere in sconcertante silenzio come il presidente Mussari o il suo omologo in Fondazione Mancini senza dare le risposte che il mondo finanziario si aspetta alla presentazione della semestrale, lasciando il solo Vigni a sciorinare chiacchiere che evidentemente non incantano più, è una tattica che può solo fare male. Il direttore generale non aveva fatto in tempo a “dare i numeri” che tutti, ma proprio tutti gli analisti finanziari in circolazione provvedevano al taglio del rating di Rocca Salimbeni. Chiaro?
Ne consegue che martedì le banche hanno fatto male in Borsa, e MPS peggio di tutte, chiudendo un -2,61% a euro 0,421. Ormai con una azione non ci compri un caffè nemmeno alla Camera dei Deputati. Verso la fine della seduta anche Citigroup ha tagliato il prezzo obiettivo di MPS da 0,6 a 0,54. Non bene l’asta dei titoli di BTp a dieci anni: il rendimento è artificiosamente sceso a un 5,22%, grazie agli acquisti massicci della Bce, che è sempre un tasso di interesse troppo alto per l’Italia e il suo attuale tasso di crescita. Wall Street ha concluso le sue contrattazioni in leggero rialzo +0,18% nonostante diverse notizie macroeconomiche non proprio brillanti. Ne consegue che nella notte italiana le banche asiatiche hanno navigato con cautela: il Nikkei ha realizzato +0,01% nonostante il buon andamento della produzione industriale giapponese in luglio. L’oro ha registrato un lieve calo e vale 1.826,38 dollari l’oncia. Le attese per oggi sono per borse europee in leggero rialzo sulla scia di Asia e America, con la diffusione di alcuni dati in Italia e Germania, ma solo dopo le 14 arriveranno i principali dati macro degli USA che daranno un indirizzo ai mercati. Sul fronte interno dichiarazioni inopportune dei responsabili governativi sono temute ogni momento.
Analizziamo in conclusione il comunicato di Citigroup che tagliava il prezzo obiettivo di MPS che citavamo in apertura. Secondo Citi la banca senese ha “riportato nel secondo trimestre 2011 un utile netto di 121 milioni di euro che ha superato le attese del consenso, principalmente grazie ai più bassi costi, al più alto trading, ma i ricavi core si sono rivelati più deboli del previsto, in particolare il margine di interesse con un costo del rischio a 72bp in linea con il consenso”. Secondo il broker è necessario un ulteriore taglio dei costi: “abbiamo ridotto le nostre stime 2011-2013 in media dell’8% e di conseguenza il target price a 0,54 euro”. Anche Morgan Stanley si è accodata al gruppo, avendo notato che la redditività “è erosa dai finanziamenti difficili e dalle condizioni macro che si sono deteriorate ulteriormente da giugno”. Così come l’asset quality non è ancora stabile. E questo, osservano gli analisti di MS, è un problema non solo per MPS, ma anche per tutte le altre banche italiane. Senza contare che l’azione di Rocca Salimbeni ha sovraperformato il settore europeo del 6% nell’ultimo mese: “ma noi vediamo rischi ulteriori nei numeri e, visto che la bassa profittabilità resta un problema chiave, ribadiamo underweight”. Chissà che ne pensano nelle stanze della banca senese.
(Foto Corrado De Serio)