di Augusto Mattioli
SIENA. Domani a Siena è giornata di riunioni di Cda. Presumibilmente nel pomeriggio si riunirà quello di Banca Mps mentre in mattinata prevista la riunione della Deputazione amministratrice della Fondazione.
I vertici della banca dovrebbero prendere in esame i risultati dell’incontro che il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola stanno avendo oggi ( 15 gennaio) a Francoforte la Banca centrale europea. Da cui dipenderà il futuro del gruppo bancario senese alla ricerca di una sua stabilità non raggiunta con gli aumenti di capitale degli ultimi mesi. Occorrerà quindi capire come la Banca senese (?) potrà risolvere i suoi problemi e tornare a fare reddito.
La riunione della Deputazione amministratrice della Fondazione ha all’ordine del giorno una serie di dossier che scottano che riguardano la Banca Mps ( di cui la Fondazione ha oggi il 2,5% del capitale), la Siena Biotech, la Sansedoni spa, l’Accademia musicale chigiana. Dossier sui quali i vertici dell’ente senese hanno moltissime preoccupazioni. A quanto si apprende però non dovrebbe essere presa alcuna decisione. In ogni caso sulla questione Banca Mps dovrebbe esserci una particolare attenzione. Sulla possibilità di partecipare ad un possibile futuro aumento di capitale della Banca la Fondazione si è rivolta ad un advisor, il Credito Fondiario. Comunque la decisione dovrebbe essere concertata con i fondi Btg Pactual e Fintech con i quali la Fondazione senese ha stretto mesi fa un patto di sindacato.
Il futuro ruolo della Fondazione è al centro di un dibattito anche interno allo stesso ente oltre che nella città. Il punto a quanto emerge da osservazioni di chi conosce la situazione è che non si ragiona in termini di progetti e fare quindi delle proposte concrete, ma si guarda al ruolo dell’ente come se non fosse cambiato niente rispetto a quando la Fondazione era l’azionista di maggioranza assoluta della banca e aveva il potere di distribuire denaro.
In sostanza, sottolinea una fonte interna “non sembra esserci per il momento la capacità di andare oltre il ruolo che aveva in passato ma si guarda al ruolo che è stato trovato”. Non manca chi sostiene che all’interno della Fondazione sono presenti competenze non solo finanziarie (magari ignorate da chi in passato l’ha gestita in base a convenienze politiche) che potrebbero tornare utili anche alla città e al suo territorio, facendo leva anche su relazioni importanti che negli anni la Fondazione ha avuto. Per questo i vari dossier aperti (Montepaschi a parte ) come la Siena Biotech, la Chigiana, la Sansedoni, che oggi sono problemi che potrebbero, se ben gestiti, costituire un potenziale valore. A patto si dice “di non guardare solo alle macerie del passato”. Ma le cui responsabilità politiche, aggiungiamo noi, devono comunque essere tutte chiarite.