Spingere i senesi a investire denaro in azioni della banca non è una grande idea
di Red
SIENA. Uno dei vecchi amministratori comunali, Pierpaolo Fiorenzani, prova a spingere i suoi concittadini ad acquistare azioni della banca MPS per puntellare la Fondazione, quando, fra poco, perderà anche il 33,5% dell’istituto di credito di cui aveva fino a mesi fa più del 51%: “Come formiche a ricomprare le azioni della banca”, ha chiosato. Non v’è dubbio che di fronte a 60 milioni di italiani e ai capitali della speculazione pubblica e privata a Siena siamo solo quattro gatti, di cosa ci vogliamo occupare? Quante azioni potrà mai comprare la cittadinanza volenterosa? E se la diceria che ogni famiglia della città ha un suo membro dipendente del Monte è vera, è altrettanto vero che di azioni – che hanno perso in pochissimi anni oltre il 90% del loro valore – siamo stracolmi. L’ora di una pensione nell’oblio non piace a nessuno specie a chi fa politica; ma chi ha fatto parte della generazione di governanti che ha portato Siena al dissesto è bene realizzi che un’era è finita. I senesi hanno dato anche troppo; e la stragrande maggioranza dei dipendenti – col giochino azioni al posto del premio in denaro – ha pagato cara la fiducia accordata acriticamente agli amministratori e dirigenti che anche oggi se ne vanno lieti in pensione senza colpo ferire e buonuscite (in moneta sonante non in azioni del Monte) che li tengono al riparo dai danni prodotti.
Tra l’altro le azioni sono state distribuite ai dipendenti senza nessun controllo da parte dei sindacati, colpevoli di non aver preteso una “due diligence” dei poveri che ne preservasse il valore dai capricci dei mercati nel periodo in cui non si sarebbero potute vendere. Oggi le azioni MPS valgono pochissimo, perché dietro la facciata ci sono problemi più grossi di quelli che ci sono appalesati dalle comunicazioni ufficiali. Che nell’ufficialità si possano nascondere gravi magagne lo abbiamo sperimentato: c’è cascato, a sentire lui, anche un potente locale deputato della Repubblica come Ceccuzzi. Così è in arrivo un aumento di capitale riservato al volere del Tandem, ma che sarà sicuramente messo a disposizione dello Stato Italiano che non prenderà un euro di interessi dai Monti bond; che ancora sono in cerca di un’approvazione europea che non ne vanifichi l’azione di puntellatura. Con l’aumento approvato non c’è somma che si possa raccogliere tra i cittadini in grado di scongiurare la possibilità che un investitore – o lo Stato stesso – rendano facilmente inutile la partecipazione popolare alla gestione della banca. 2,151 mld nel luglio 2011 e 3,4 mld di Monti bond sono serviti a Rocca Salimbeni per sopravvivere agli errori del dispositivo combinato Antonveneta-BTp; sono molti più soldi di quelli che si possono raccogliere tra la volenterosa gente senese: vi pare?