Per seguire la politica si è trascurata Siena. E ora?
di Red
SIENA. Zero più zero fa zero. Al di là delle chiacchiere, è questo il risultato degli aspri dibattiti politici italiani sul contenuto della manovra economica che dovrebbe farci uscire dalle secche della crisi, della recessione e dal tracollo delle borse contemporaneamente. Due proposte di fila logiche e consequenziali non si vedono all’orizzonte e così che i mercati azionari puntino decisamente al ribasso in attesa del crac è naturale. Un po’ come una nave in cui si discute, in mezzo alla tempesta, se sia meglio virare a destra o sinistra. Intanto che si discute si va avanti verso gli scogli, sperando che la virata non venga partorita troppo tardi.
A Cernobbio la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, è stata fin troppo chiara: ”Il sentimento è di forte preoccupazione e di richiesta alla politica di rendersi conto della gravità della situazione in cui ci troviamo e immediatamente agire, perché il nostro Paese rischia molto. Qui c’è un problema di credibilità di questo Paese, di una manovra che deve avere i saldi certi e, soprattutto, c’è un problema di piano della crescita che manca completamente”. Quindi dal lunedì di Borsa cosa ci si potrà attendere? Lo spread BTp-Bund decennale riparte da 329 punti, e il dato parla da solo. MPS detiene una quantità di titoli di Stato italiani tale che l’eventuale insolvenza dell’Italia trascinerebbe la banca al fallimento. Il dato contabile oggettivo senese (e non solo, tutte le banche italiane sono parimenti condannate), dimostra che non si è agito in passato “come un buon padre di famiglia” contro le pressioni della politica, sia di destra che di sinistra, per far accodare Rocca Salimbeni al carro delle scelte irragionevoli del Ministero dell’Economia. Solo che il mondo bancario deve rendere conto ai suoi azionisti, il consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi deve rendere conto alla comunità senese. L’unicità della realtà MPS nel panorama bancario mondiale non ci ha salvato dal baratro, la Fondazione non è stata un baluardo della senesità (ammesso che questo termine abbia ancora un valore), Comune e Provincia sono stati proprietari assai distratti. Occorreranno – oltre a molta fortuna – uomini e idee nuovi e diversi per proseguire quel cammino che dal 1472 mai è stato così in pericolo di fallimento: né dopo la conquista ispano-fiorentina del 1559, né dopo il crollo delle borse nel 1929.
In una intervista a Der Spiegel, Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario, ha continuato a bacchettare l’Europa e le sue banche, ricordando che esse hanno bisogno di almeno 200 miliardi di aumento di capitale. In più, giusto per tranquillizzare i mercati, ha affermato che l’economia mondiale deve fare i conti con la “minaccia di una spirale negativa” e i governi devono mettere in campo importanti misure di risparmio e di crescita per fronteggiare tale possibilità. Sulla Germania, che fino a ieri mattina sembrava tornata la locomotiva d’Europa, ha aggiunto: “Se la Germania rafforza la domanda interna, è positivo per l’economia tedesca così come per quelle dei paesi vicini”, facendo notare che la ripresa dei conti pubblici tedeschi è “ottimale”, viste le circostanze attuali.
Nella notte i mercati asiatici hanno dato il via alla settimana borsistica. E le cattive notizie di venerdì sui dati macro USA spingono Tokyo (-85%) e Sydney (-2,32%) al ribasso. La giornata europea sarà ricca di informazioni che influenzeranno le borse, mentre la consueta spinta dagli Stati Uniti nel pomeriggio non ci sarà: Wall Street è chiusa per la festività del Labor Day. I listini giudicheranno le ultime esternazioni del governo italiano sui contenuti della manovra economica e i risultati negativi per la Merkel nelle difficili elezioni regionali in Mecklenburgo: ci si attende un leggero ribasso. Mentre Confindustria parla, e anche molto, Abi tace. Come sarebbe, invece, necessaria una voce autorevole in questo marasma!
(Foto di Corrado de Serio)