Di buone intenzioni e responsabilità (altrui) sono piene le fosse
di Red
SIENA. Pioggia di milioni su un altro protagonista della stagione mussariana che va in pensione stasera? Si tratta del vice dg vicario Antonio Marino, che lascia la banca dopo 41 anni di servizio ed una carriera tutta interna all’azienda. L’a.d. Fabrizio Viola pare abbia ringraziato, a nome dell’istituto, Marino per il contributo dato alla banca: lo avremmo ringraziato anche noi se si fosse accorto di ciò che gli passava vicino. Nessun ringraziamento invece è toccato ai lavoratori del DAACA che protestavano. Legare l’asino dove vuole il padrone sarà l’Italia che desiderano Profumo e il gruppo che lo ha messo alla guida del Monte. E’ anche e sempre questo il motivo per cui il Paese va a rotoli e mette in pericolo perfino la libertà di informazione.
Nel mondo intero nessuno capisce perché un banchiere possa avere la convenienza a farsi prestare da qualcuno 4 miliardi di euro al tasso del 9% (Monti bond), quando gliene ha prestati lui una trentina al tasso del 2% (BTp). Se la diligenza del buon padre di famiglia fosse qualcosa di più di una mera intenzione certi signori – non solo a Siena ma anche a Bruxelles – avrebbero l’onore di sedere sul banco degli imputati assieme a Mussari e Vigni, così a occhio. Ma anche nella città del Palio non si vuole ricordare che in quegli articoli di giornale del cittadinoonline.it c’era scritto che praticamente tutti (istituzioni, organi di vigilanza e comuni cittadini), erano a conoscenza che MPS pagava 17 miliardi e non i 9 che peraltro l’istituto centrale non aveva ancora autorizzato nel giorno del closing tra Botin e Mussari. E’ dimostrato che mancava la patrimonializzazione dei nove (leggi Fresh), figuriamoci arrivare a diciassette! Ma forse occorre che lo scriva Il Fatto Quotidiano per essere presa sul serio la cosa…
Avevamo scritto che, quando Profumo parla di aumento di capitale, le quotazioni della banca in Borsa ne risentono immediatamente con danno per le buone intenzioni della signora Mansi. Già perché sopravvivere senza più contare nulla nel Monte ma con qualche soldino per contare nel territorio è sicuramente una buona cosa. Puntualmente la convocazione al Mef di lunedì e non la crisi mondiale dei paesi emergenti provocata dall’inversione finanziaria dell’americana Fed ha depresso le azioni e la precisazione che il ministero non voleva fare pressioni sulla Fondazione sull’aumento di capitale non ha convinto nessuno. Si spera che giovedì e venerdì ci sia un timido recupero, ma le esternazioni di Profumo (e non dimentichiamo la famosa cordella) sono sempre dietro l’angolo.
Il processo a Mussari ci spiegherà una volta per tutte se l’ignoranza e l’incapacità finanziaria di cui si è auto accusato l’ex-presidente di MPS possono prescindere dalla responsabilità. Perché non c’è alcun omerico dio che ci costringe a fare qualcosa per forza sulle nostre teste, caro Aiace, e se non si comprende il motivo di una operazione ci si può anche rifiutare di parlare col presidente di Nomura, specialmente se “la struttura” ti dice che è indispensabile. Ma sta parlando il capo della struttura o no? Forse Mussari nonostante la scarsa padronanza dell’inglese, come riferisce chi ha sentito le registrazioni della famosa telefonata, e della finanza aveva capito che assecondare la struttura gli garantiva di rimanere al comando della banca scaricando i problemi ai posteri. Chissà se questo fa a cazzotti col concetto di responsabilità.