Presidio dei lavoratori Fruendo davanti alla sede di viale Mazzini
SIENA. E’ iniziata intorno alle 10 l’assemblea ordinaria e straordinara degli azionisti del Monte dei Paschi di Siena, che dovrà decidere sull’aumento di capitale da 5 miliardi prpposto dalla banca, approvato dal cda e dalla Bce.
Davanti alla sede di viale Mazzini è stato attuato un presidio da parte dei lavoratori Fruendo. Banca Mps ha esternalizzato, dal 1/1/2014, 1.060 dipendenti nella s.r.l. “Fruendo”, partecipata da Bassilichi ed Accenture. I dipendenti esternalizzati erano lì “per ricordare – dicono – che quella operazione è stata giudicata ILLEGITTIMA dalla Magistratura sia in primo che in secondo grado, erano presenti per chiedere che la Banca prenda atto delle sentenze emesse, a favore dei lavoratori, e desista da ulteriori azioni legali che arrecano soltanto un grande danno alla propria immagine e costano somme ingenti alle finanze di MPS già ampiamente debilitate”.
Sulla questione ha risposto alle richieste dei soci nel corso dell’assemblea l’ad Morelli: “Sulla questione Fruendo per sciogliere il nodo dei dipendenti trasferiti dal Monte dei Paschi alla joint venture, “come avrete letto c’è una trattativa avanzata con l’Istituto Centrale delle Banche popolari tesa a dare una soluzione al tema”.
Al suo arrivo il presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich, ha dichiarato che l’ente è sceso allo 0,70 per cento del capitale. E’ stato comunque utile al raggiungimento risicato del quorum per la parte straordinaria dell’assemblea sull’aumento di capitale.
Dopo l’introduzione del presidente dimissionario Massimo Tononi, ha preso la parola l’ad Marco Morelli: “L’operazione di aumento di capitale che non ha precedenti come struttura e dimensione nel mercato in Italia rappresenta un passaggio fondamentale che dovrebbe permettere alla banca di potersi posizionare tra gli istituti leader del sistema bancario italiano”.
Clarich ha annunciato il voto favorevole della Fondazione su tutti i punti all’ordine del giorno sia sulla parte ordinaria sia straordinaria. Propone per la presidenza Alessandro Falciai e per il cda Massimo Egidi. Parlando con i giornalisti a margine dell’ssemblea, il presidente della Fondazione ha dichiarato anche “”Abbiamo discusso la questione sulla partecipazione della Fondazione all’aumento di capitale di Banca Mps. All’inizio di dicembre ci incontreremo per deliberare. Lo faremo – ha puntualizzato – una volta chiariti meglio i termini dell’operazione e i fattori esogeni, come l’esito del referendum che può condizionare gli scenari. Non abbiamo assunto alcuna delibera. Abbiamo un comitato investimenti e il nostro advisor che ci segue giorno per giorno. Quando avremo gli elementi la deputazione deciderà”.
Dopo gli interventi è previsto lo spazio per le risposte da parte del presidente Tononi dimissionario chesarà sostituito da Alessandro Falciai e dell’amministratore delegato Morelli. Gli azionisti avranno poi il diritto di replica, quindi si passerà alla votazione dei punti all’ordine del giorno, quali l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro e la nomina del sopracitato Falciai come presidente.
Nel caso in cui non andasse in porto l’operazione di ricapitalizzazione di Mps, all’esame dell’assemblea degli azionisti oggi, per un’eventuale risoluzione sarebbe necessario un bail-in di 13 miliardi. E’ quanto emerge nelle risposte scritte preparate dall’istituto senese per l’assemblea degli azionisti in risposta alle domande dei soci. “Il contributo in caso di risoluzione al ripianamento delle perdite e alla ricapitalizzazione da parte dei detentori di passività soggette a bail-in, prima che il contributo del fondo di risoluzione possa essere disposto, determinato sulla base della posizione del gruppo Mps al 31/12/2015 (data di riferimento degli ultimi dati comunicati dall’autorità di risoluzione) è stimabile in 13 miliardi”, si legge nei documenti circolati oggi in assemblea. In un passaggio successivo viene precisato che “il valore teorico massimo del contributo al fondo di risoluzione è stimabile, sulla base di dati consolidati al 31 dicembre 2015, in circa 8 miliardi”.
Il Monte dei Paschi risponde a molte domande scritte dei soci che la interpellano sul fallimento della proposta alternativa per il risanamento presentata dal banchiere Corrado Passera. In una delle risposte alle domande scritte si legge: “La banca sarebbe stata ben lieta di valutare con maggiore dettaglio la proposta di Passera e ritiene, anzi, di aver fatto ogni ragionevole sforzo per consentirgli di solidificare la propria proposta”.
Le risposte di Marco Morelli
L’ad Marco Morelli ha risposto ai soci nel corso dell’assemblea. Sul roadshow: “Abbiamo incontrato più di 250 investitori, il 50% in Inghilterra, il 22% in Usa il 24% in altri Paesi, coprendo sostanzialmente tutte le tipologie di investitore”, ma “questi interlocutori prendono impegni vincolanti in prossimita’ del lancio dell’operazione e quando viene aperta la finestra per la sottoscrizione delle azioni. Il dialogo continua – ha aggiunto – qualcuno ha chiesto un terzo o quarto incontro. Questo perché il piano della banca riscuote interesse”.
Sulla conversione dei bond, Morelli ha parlato di un’operazione che è “offerta volontaria, sia persona fisica sia investitore istituzionale. Lunedi’ lanceremo il periodo di conversione dei bond, che sara’ tenuto aperto per 5 giorni lavorativi, fino a venerdi’ 2. Una volta avuto il riscontro del mercato, potremmo considerare quando aprire la finestra di sottoscrizione delle azioni per l’aumento di capitale”. Il piano di rafforzamento patrimoniale di Mps va fatto “e va fatto velocemente perche’ e’ esigenza della banca dare soluzioni in tempi rapidi. Non c’e’ scelta: bisogna fare l’operazione piu’ presto possibile” ha aggiunto dicendosi pronto a convocare un cda in qualsiasi momento se “c’e’ qualcuno che vuol fare proposta. Per ora non ce ne sono stati”. “L’approccio del consiglio, dal momento in cui abbiamo presentato il piano industriale – ha concluso Morelli – e’ stato quello di avere massima e totale apertura a qualunque proposta avanzata da chiunque”.
“La sede della direzione generale ancora a Siena? E’ un obiettivo del piano industriale” ha detto ancora Morelli.
“Il piano industriale della banca e la ricapitalizzazione, da un punto di vista della banca, sono sganciati da considerazioni legate al referendum” – ha detto -. Che poi qualcuno faccia valutazioni sull’esito del referendum e su quali implicazioni abbia sulla banca, ognuno è libero di fare quello che vuole. Noi diamo una spiegazione di quello che pensiamo di poter fare, indipendentemente da variabili ambientali”.
Morelli ha parlato anche del suo passato a Mps: “Ero al Monte in quel periodo – ha detto riferendosi al periodo dell’acquisizione di Antonveneta -, tanti ex dipendenti e dipendenti sanno benissimo cosa ho detto e scritto e come ho concluso la mia esperienza al Monte. Quanti in posizioni tipo quella che avevo io hanno chiesto ispezione interna, fatto opposizione ad una serie di operazione e poi sono andati via perchè non erano d’accordo? Se ne trovate qualcun altro rispetto a me, fatemelo sapere. Sono tornato perché arrivato a 55 anni, essendo ormai vecchio professionalmente, sono convinto che la banca possa tornare ad avere un ruolo nel mercato nazionale e internazionale”.
Sulle sofferenze e i crediti deteriorati della banca, Morelli ha ribadito che “ai sensi della disciplina vigente, cioè la legge sulla privacy, non è possibile fornire i nominativi dei crediti deteriorati, i soggetti riceverebbero un significativo danno reputazionale. Potrebbero poi essere desunti sono dai bilanci dei singoli, la banca attiva tutte le iniziative per la massimizzazione del recupero di tali crediti”.
Sulla voce di una donazione alla Fondazione Clinton, Morelli ha affermato che “è stata fatta nel 2004 una donazione alla fondazione Clinton per combattere l’Aids in Africa del valore di centomila euro. Nessuna altra donazione è stata fatta”.
Il capitale di Mps
“Il 55% del capitale di Mps è in mano a 150mila persone fisiche”, ha detto il presidente di Mps, Massimo Tononi, rispondendo a una domanda di un azionista nel corso dell’assemblea degli azionisti della banca senese. Si conferma l’estrema frammentazione e granularità dell’azionariato del Monte.
“Abbiamo discusso più volte in cda” il progetto presentato da Corrado Passera e “con lui ci sono state varie interlocuzioni”. Ma queste “interlocuzioni non hanno consentito di trovare un percorso comune e peraltro la sua proposta non è mai stata vincolata”. Lo ha detto Massimo Tononi, presidente di Mps, rispondendo alle domande degli azionisti durante l’assemblea della banca senese. Lo stesso presidente uscente del Monte dei Paschi, ha chiarito che le sue dimissioni non derivano “da perplessita’ o contrasti sul piano o sulle qualita’ professionali di Marco Morelli, le motivazioni sono di altra natura e non aggiungo di piu”’. Il rappresentante del Tesoro, Stefano Di Stefano, ha annunciato che il Mef “sostiene” il rilancio della banca e vota a favore dei punti all’ordine del giorno all’assemblea degli azionisti del Monte dei Paschi di Siena, ancora in corso, chiamata ad approvare l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro.
L’assemblea ha approvato il primo punto all’ordine del giorno, relativo all’abbattimento del capitale sociale, cui seguirà poi quello legato all’aumento da 5 miliardi di euro.
