La politica economica internazionale influenza i debiti delle banche
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di Red
SIENA. Ansia da spread. Come per miracolo la politica (internazionale, non solo quella italiana) ha fatto le sue scelte e le conseguenze positive si sono viste subito. Che la Germania vedesse la fine del suo sviluppo gli indicatori economici ce lo avevano detto da mesi; nel momento in cui, passate le tornate elettorali, l’acuirsi della crisi interna ha chiamato la Merkel a cambiare atteggiamento, ecco che senza alcun ritegno si volta la carta. Alla Grecia, che non uscirà dall’euro, sarà condonato il debito. Atene intanto se ne ricompra una parte, la Spagna ottiene 39 miliardi per le sue banche, nel medio periodo l’allentamento sulla tassazione che ne potrebbe conseguire darebbe nuovo slancio alle esportazioni tedesche nel Vecchio Continente. E il conto? Il conto lo hanno già pagato, e lo pagheranno, i cittadini. Sulle tasse piovute, tutti sappiamo, e l’Imu in scadenza ce le ricorda. Oggi trafiletti di giornale insignificanti perché oscurati dai proclami montiani sullo spread a 287 pb, ci raccontano della nuova tassa occulta che si pagherà sulle bollette Enel. 250 milioni di euro da versare preventivamente all’azienda elettrica nel caso in cui il freddo dell’inverno dovesse costringere all’accensione di obsolete centrali elettriche a olio combustibile, attualmente spente e comunque altamente inquinanti. E se non si dovessero usare, i soldi non torneranno indietro, ovviamente.
Lo spread a 287 significa – rispetto ai 574 che trovò Monti al suo insediamento – che nel giro di un anno anche le perdite teoriche di MPS sui BTp decennali in portafoglio si sono dimezzate. Ma le conseguenze non sono state teoriche. La Fondazione è stata inopinatamente costretta ad aderire a un secondo aumento di capitale che l’ha distrutta, per coprire un default teorico che non ci sarà, ma che lascia sul terreno distruzione come fosse avvenuto realmente. La decozione finanziaria del Comune di Siena è stata palesata dalle dimissioni del sindaco e dalle rivelazioni del Commissario, che ha dato la stretta ai senesi.
Ma la gestione politica dell’economia è talmente ingombrante che i bocconiani potrebbero preparare un giro di vite ulteriore, per favorire come sempre l’alta finanza internazionale da cui provengono. Molto dipenderà dagli esiti del fiscal cliff in discussione negli Stati Uniti. L’automatismo legale (per cui senza accordo nel Parlamento degli USA, c’è già una legge che il primo gennaio entrerà in vigore, con esiti negativi per tutto il mondo) provocherebbe la recessione volontaria in America, mettendo il commercio internazionale in crisi. Una soluzione della diatriba fra democratici e repubblicani, invece, darebbe una nuova spinta all’ingiù.
Anche al Monte, dove tra qualche mese il Tandem si troverà una situazione finanziaria migliorata, i dipendenti diminuiti, i soci proni a ogni loro desiderio, senza alcun controllo da parte della città che tanto si vantava di essere un tutt’uno con il suo storico istituto di credito (e ignorando quello che succedeva all’interno). In questo scenario coloro che strillano contro la concessione dei Monti bond – aiuto pubblico che nasconde la nazionalizzazione di fatto della banca – rischiano di passare come quelli che guardano il dito e non vedono la luna. Profumo sta traghettando MPS dalla vecchia gestione politica alla stessa gestione politica, cambiando solo un po’ di facce, ma che erano quelle della prima fila. Anche al Palio il cazzotto lo prende chi sta davanti, non certo chi scalcia da dietro.
Resta poi il nodo della cattiva amministrazione del bene, ma anche lì i protagonisti si sono quasi tutti volatilizzati, per cui finirà a tarallucci e vino nella miglior tradizione della commedia all’italiana.