Non facile l'opera che lo attende per "salvare" la banca
di Red
SIENA. Oggi (12 gennaio) comincia l’era Fabrizio Viola in banca MPS, e comincia sotto un buon auspicio: le dichiarazioni di Monti e Merkel, al di là del burocratese che è di prammatica negli incontri ufficiali. Il riconoscimento da parte della Germania che l’insieme delle manovre economiche varate dal governo italiano restituiscono fiducia e certezza sulla salute dei conti pubblici del paese, dovrebbe avere effetti a ricaduta su tutte le singole posizioni. Tra cui, quella che ci interessa è la posizione politica dell’Eba che ha chiesto 3,267 miliardi di ricapitalizzazione a Rocca Salimbeni. L’insieme dei provvedimenti prospettati dal management della banca, e la conferma del valore di facciata dei 30 miliardi di BTp in portafoglio a Siena potrebbero rendere superfluo quell’aumento di capitale, che manderebbe tutti a casa e non solo Vigni che oggi lascerà il posto. L’altra buona notizia verrà dalle conseguenze dell’aumento di capitale di Unicredit. Se i vampiri si accontenteranno del boccone grosso strappato alle Fondazioni, sazi, si potrebbero accontentare: Siena è un boccone troppo piccolo e di caratura regionale per interessare veramente alla speculazione mondiale, anche se pomposamente viene definita la terza banca del paese. E’ vero, ma i distacchi dalle prime due sono abissali. Poi Viola dovrà andare a Roma per spiegare a Banca d’Italia, assieme agli altri istituti di credito, cosa intende fare con i quattrini generosamente prestati dalla Bce: senza i prestiti alla clientela come si forma l’utile delle banche? Va bene l’overnight di fine anno per salvaguardare il conto economico, ma se pensano di investire il denaro in un altro vortice di derivati dai facili guadagni nel giro di poco tempo saremo punto e a capo. Ben vengano le opinioni dei catastrofisti, che ci avvertono che il fallimento è sempre dietro l’angolo e basta alterare di poco gli indicatori economici per creare continui focolai di ribassi e crisi. Almeno la cattiva politica potrebbe imparare a parlare meglio e a evitare proclami populistici e inutili.
Parlare della crisi è servito informare e responsabilizzare i cittadini senesi, finora obnubilati con il calcio e il basket (dove peraltro non brilla alcun giocatore locale). Che continuano a esserci non si sa per quanto, ma che non sono più armi di distrazione di massa. I sindacati hanno detto che alle 14:30 saranno in Piazza del Monte a recuperare la voce che hanno perso da troppi anni, vedremo cosa ne verrà fuori. Tra le manovre in corso per recuperare capitale, ristagna la ricerca di un partner che investa nella joint venture in Consum.it, che porterebbe soldi nella casse asfittiche della banca: certo che avere praticato questa iniziativa un anno fa sarebbe stato più remunerativo, ma la mancanza di brillantezza e reattività è una delle piaghe che dovrà combattere il nuovo direttore generale, prossimo amministratore delegato. Un’altra manovra riguarda il risparmio gestito, con la fusione realizzata il 31 dicembre tra Prima Sgr e Anima Sgr: ma veramente si vorrà alienare la rete dei promotori finanziari? Per ultima rimane la vendita degli asset di MPS Capital Service, poche decine di milioni se anche lì si dovesse trovare il compratore che all’orizzonte non si vede.
Il nuovo direttore bocconiano è atteso da numerose prove di difficoltà elevatissima e ha solo otto giorni per presentarsi alla prova dei fatti. Dicono che alle Terme di Saturnia, tra un bagno e un massaggio, di carte se ne sia studiate tante.
SIENA. Oggi (12 gennaio) comincia l’era Fabrizio Viola in banca MPS, e comincia sotto un buon auspicio: le dichiarazioni di Monti e Merkel, al di là del burocratese che è di prammatica negli incontri ufficiali. Il riconoscimento da parte della Germania che l’insieme delle manovre economiche varate dal governo italiano restituiscono fiducia e certezza sulla salute dei conti pubblici del paese, dovrebbe avere effetti a ricaduta su tutte le singole posizioni. Tra cui, quella che ci interessa è la posizione politica dell’Eba che ha chiesto 3,267 miliardi di ricapitalizzazione a Rocca Salimbeni. L’insieme dei provvedimenti prospettati dal management della banca, e la conferma del valore di facciata dei 30 miliardi di BTp in portafoglio a Siena potrebbero rendere superfluo quell’aumento di capitale, che manderebbe tutti a casa e non solo Vigni che oggi lascerà il posto. L’altra buona notizia verrà dalle conseguenze dell’aumento di capitale di Unicredit. Se i vampiri si accontenteranno del boccone grosso strappato alle Fondazioni, sazi, si potrebbero accontentare: Siena è un boccone troppo piccolo e di caratura regionale per interessare veramente alla speculazione mondiale, anche se pomposamente viene definita la terza banca del paese. E’ vero, ma i distacchi dalle prime due sono abissali. Poi Viola dovrà andare a Roma per spiegare a Banca d’Italia, assieme agli altri istituti di credito, cosa intende fare con i quattrini generosamente prestati dalla Bce: senza i prestiti alla clientela come si forma l’utile delle banche? Va bene l’overnight di fine anno per salvaguardare il conto economico, ma se pensano di investire il denaro in un altro vortice di derivati dai facili guadagni nel giro di poco tempo saremo punto e a capo. Ben vengano le opinioni dei catastrofisti, che ci avvertono che il fallimento è sempre dietro l’angolo e basta alterare di poco gli indicatori economici per creare continui focolai di ribassi e crisi. Almeno la cattiva politica potrebbe imparare a parlare meglio e a evitare proclami populistici e inutili.
Parlare della crisi è servito informare e responsabilizzare i cittadini senesi, finora obnubilati con il calcio e il basket (dove peraltro non brilla alcun giocatore locale). Che continuano a esserci non si sa per quanto, ma che non sono più armi di distrazione di massa. I sindacati hanno detto che alle 14:30 saranno in Piazza del Monte a recuperare la voce che hanno perso da troppi anni, vedremo cosa ne verrà fuori. Tra le manovre in corso per recuperare capitale, ristagna la ricerca di un partner che investa nella joint venture in Consum.it, che porterebbe soldi nella casse asfittiche della banca: certo che avere praticato questa iniziativa un anno fa sarebbe stato più remunerativo, ma la mancanza di brillantezza e reattività è una delle piaghe che dovrà combattere il nuovo direttore generale, prossimo amministratore delegato. Un’altra manovra riguarda il risparmio gestito, con la fusione realizzata il 31 dicembre tra Prima Sgr e Anima Sgr: ma veramente si vorrà alienare la rete dei promotori finanziari? Per ultima rimane la vendita degli asset di MPS Capital Service, poche decine di milioni se anche lì si dovesse trovare il compratore che all’orizzonte non si vede.
Il nuovo direttore bocconiano è atteso da numerose prove di difficoltà elevatissima e ha solo otto giorni per presentarsi alla prova dei fatti. Dicono che alle Terme di Saturnia, tra un bagno e un massaggio, di carte se ne sia studiate tante.