73 milioni di euro per prenderne il posto entro il 26 gennaio 2013
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di Red
SIENA. Storia lunga, quella dei rapporti dentro il patto di sindacato della Popolare di Spoleto, che dopo quasi due anni di guerra intestina tra i soci Scs Spoleto Credito e Servizi (51% del capitale sociale) e MPS (26%) sta per giungere al termine. Dopo il licenziamento del l’ex direttore generale Alfredo Pallini nel febbraio 2011 e l’apertura di una inchiesta della Procura della Repubblica di Spoleto un mese dopo, Rocca Salimbeni è stata alla finestra a guardare come il socio di maggioranza della Popolare intendeva gestire la situazione. La Banca d’Italia ha costretto alle dimissioni il presidente Antonini, che subito dopo però si è riciclato come presidente di Scs; il nuovo piano industriale è stato redatto e discusso dopo il ritiro dei rappresentanti dell’istituto senese dal Cda; è passato un anno in cui Scs ha sostanzialmente beneficiato delle disgrazie del Monte, alle prese con ben altre preoccupazioni sulla sua propria sopravvivenza.
E’ passato un anno, ed è il turno della Popolare di Spoleto di essere alle prese con problemi di aumento di capitale e del prosieguo delle indagini, che nel luglio 2012 hanno portato a perquisizioni nella sede di piazza Pianciani. MPS non parteciperà all’aumento di capitale e, anzi, ha disdettato il patto di sindacato. Questo significa che entro sei mesi (26 gennaio 2013) Scs o un nuovo socio da lei indicato dovrà mettere nelle mani di MPS un assegno di 73 milioni di euro e rilevare la quota azionaria, come è negli accordi tra le due parti. Si chiuderà così una storia di collaborazione nata nel luglio 1998 con l’ingresso di Rocca Salimbeni nell’istituto umbro, da appena due anni quotato in Borsa a Milano. Daniele Ubaldi su Spoletonline scrive “Era nell’aria da qualche settimana – dichiara un dirigente dell’istituto di piazza Pianciani, che preferisce rimanere anonimo -, e con molta probabilità sta a significare che è in arrivo un nuovo acquirente per le azioni di Mps”. A conferma di questo sentore, fonti vicine al presidente Scs Antonini ribadiscono che da mesi il numero uno della cooperativa sta cercando soluzioni alternative al Monte dei Paschi, con il quale Credito e Servizi era da tempo separata in casa.
Pare che al momento siano almeno quattro i soggetti interessati a rilevare le quote Mps all’interno della Banca Popolare di Spoleto, anche se non è chiara l’effettiva concretezza economica di questi interessamenti. Il che equivale a dire tutto e il contrario di tutto, anche se in piazza Pianciani ostentano tranquillità”. Sullo sfondo c’è sempre la Procura spoletina in azione, le solite storie all’italiana di presunte malversazioni, false consulenze, crediti facili divenuti improvvisamente inesigibili, Banca d’Italia che arriva troppo tardi con le sue ispezioni. Ma stavolta sembra chiaro che MPS non c’entra nulla.