Della serie "Ci vuole un bel coraggio"
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ROMA. Di seguito alcuni estratti del nuovo Codice Etico pubblicato dalla Banca lo scorso 22 novembre: “Il Gruppo si impegna a garantire condizioni e ambienti di lavoro sicuri, salubri e soddisfacenti, in cui i dipendenti sono trattati in modo equo e con rispetto, supportati nello svilupp oprofessionale e premiati per le buone prestazioni ottenute”
Ci vuole un bel coraggio a scrivere che la banca deve garantire condizioni e ambienti di lavoro sicuri e salubri, dopo aver tagliato i servizi di pulizia e reso le filiali dei luoghi insalubri e frequentati dai topi e dopo aver “intelligentemente” eliminato le guardie in molte agenzie a rischio, con conseguente, guarda caso, forte recrudescenza di scassi e rapine.
Ci vuole un bel coraggio a parlare di rispetto, e poi effettuare colloqui “motivazionali” nei quali si minacciano i colleghi di trasferimenti e licenziamenti, minacce alle quali, in alcuni casi, viene dato anche seguito “a mo’ di esempio” per tutti.
“Non è tollerata alcuna forma di discriminazione e vessazione”
Qui, poi, bisogna davvero essere impavidi. A Roma è stato sistematicamente violato il diritto di sciopero, attraverso rimozioni con demansionamenti e minacce di tutti i tipi. Tutte le forme di discriminazione e vessazione sono state attuate, altro che condannate.
“Viene favorito, anche attraverso un confronto con le Organizzazioni Sindacali, un clima di lavoro positivo, che valorizzi le individualità, i rapporti interpersonali, contribuendo a realizzare partecipazione, senso d’appartenenza e spirito di squadra.”
Per quanto risulta, negli ultimi mesi nei rapporti interpersonali l’unica cosa che è stata favorita ed incentivata è stata la delazione e la sistematica distruzione dello spirito di appartenenza. Per quanto riguarda il confronto con le Organizzazioni Sindacali, ha raggiunto un tale livello di ‘avanzamento’ che ci siamo visti costretti a denunciare l’Azienda!
A questo punto siamo portati a credere che il Direttore Operativo dell’Area Centro e Sardegna non sia stato ancora messo a conoscenza di quale intende essere la policy aziendale, così come indicato nel nuovo Codice Etico. Oppure che chiamato a dirigere un settore delicato come quello del DOR dell’Area Centro e Sardegna, in un’Azienda che sta attraversando il periodo più difficile della propria storia, stia utilizzando questa occasione non per organizzare in modo ottimale le risorse per favorire il rilancio della banca, ma per aggiornare il proprio curriculum. Per passare sempre più non da cattivo, ma da “molto cattivo” come ama autodefinirsi pubblicamente.
Non possiamo infatti credere che esistano in Azienda due diverse anime, una che redige il Codice Etico, e l’altra che sistematicamente lo distrugge con la pratica quotidiana.
Inoltre rendiamo noto che, in vista dell’Udienza del 9 dicembre prossimo nella quale si discuterà il ricorso da noi presentato contro la banca per comportamento antisindacale, intendiamo rendere pubblici tutti gli atti e le dichiarazioni che verranno resi in quella sede perché riteniamo indispensabile nei confronti di tutti i Lavoratori adottare il criterio della massima trasparenza.
Ci vuole un bel coraggio a scrivere che la banca deve garantire condizioni e ambienti di lavoro sicuri e salubri, dopo aver tagliato i servizi di pulizia e reso le filiali dei luoghi insalubri e frequentati dai topi e dopo aver “intelligentemente” eliminato le guardie in molte agenzie a rischio, con conseguente, guarda caso, forte recrudescenza di scassi e rapine.
Ci vuole un bel coraggio a parlare di rispetto, e poi effettuare colloqui “motivazionali” nei quali si minacciano i colleghi di trasferimenti e licenziamenti, minacce alle quali, in alcuni casi, viene dato anche seguito “a mo’ di esempio” per tutti.
“Non è tollerata alcuna forma di discriminazione e vessazione”
Qui, poi, bisogna davvero essere impavidi. A Roma è stato sistematicamente violato il diritto di sciopero, attraverso rimozioni con demansionamenti e minacce di tutti i tipi. Tutte le forme di discriminazione e vessazione sono state attuate, altro che condannate.
“Viene favorito, anche attraverso un confronto con le Organizzazioni Sindacali, un clima di lavoro positivo, che valorizzi le individualità, i rapporti interpersonali, contribuendo a realizzare partecipazione, senso d’appartenenza e spirito di squadra.”
Per quanto risulta, negli ultimi mesi nei rapporti interpersonali l’unica cosa che è stata favorita ed incentivata è stata la delazione e la sistematica distruzione dello spirito di appartenenza. Per quanto riguarda il confronto con le Organizzazioni Sindacali, ha raggiunto un tale livello di ‘avanzamento’ che ci siamo visti costretti a denunciare l’Azienda!
A questo punto siamo portati a credere che il Direttore Operativo dell’Area Centro e Sardegna non sia stato ancora messo a conoscenza di quale intende essere la policy aziendale, così come indicato nel nuovo Codice Etico. Oppure che chiamato a dirigere un settore delicato come quello del DOR dell’Area Centro e Sardegna, in un’Azienda che sta attraversando il periodo più difficile della propria storia, stia utilizzando questa occasione non per organizzare in modo ottimale le risorse per favorire il rilancio della banca, ma per aggiornare il proprio curriculum. Per passare sempre più non da cattivo, ma da “molto cattivo” come ama autodefinirsi pubblicamente.
Non possiamo infatti credere che esistano in Azienda due diverse anime, una che redige il Codice Etico, e l’altra che sistematicamente lo distrugge con la pratica quotidiana.
Inoltre rendiamo noto che, in vista dell’Udienza del 9 dicembre prossimo nella quale si discuterà il ricorso da noi presentato contro la banca per comportamento antisindacale, intendiamo rendere pubblici tutti gli atti e le dichiarazioni che verranno resi in quella sede perché riteniamo indispensabile nei confronti di tutti i Lavoratori adottare il criterio della massima trasparenza.
Coordinamento RSA M.P.S. Area Centro e Sardegna