SIENA. L'obbligo di Isc (indice sintetico di costo annuo) da parte delle banche, come al solito ricade sui clienti: aumentano bonifici e utenze, le bollette e anche anche le operazioni finora a costo zero, come domiciliazione e ordine ripetitivo sono a pagamento.
Il bonifico permanente costa fino a 4,5 euro ai clienti del Monte dei Paschi, che ha messo una "tassa" anche sul bonifico online (costa 1 euro). Le utenze domiciliate in banca costano ora 85 centesimi ai clienti Ubi. In più c'è la novità della "rata finanziamenti per acquisti": costa un euro in Mps e alla Popolare di Milano.
Cresce anche il costo del massimo scoperto, che – nonostante i tassi d'interesse bassi – aumenta e sarà più consistente con Basilea 3. Il redimento di un conto corrente è poco più di zero (0,04 per cento), lo scoperto puà costare fino al 14,58 per cento in assenza di fido.
La banca senese ha creato un effetto traino per cui i bonifici sono aumentati tutti anche negli altri istituti: 6,81 euro quelli per cassa (era 6,73), quasi 2 euro quelli permanenti (1,88 euro contro 1,28 a maggio), 54 centesimi online (erano 37). Ma c'è anche una buona notizia è sceso da 4,03 a 3,86 euro il bonifico allo sportello con addebito in conto, sempre per l'effetto Mps, che l'ha ridotto. Ubi ora fa pagare persino le domiciliazioni: 14 centesimi in media; il costo del prelievo Bancomat su altra banca è salito da 1,8 a 1,9 euro. Il pagamento delle bollette per cassa costa in media ormai 4,15 euro (era 3,81), allo sportello con addebito in conto 2,32 euro (era 2,30), via Internet 76 centesimi (erano 72).
In banca si giustificano dicendo che le cause sono due: l'entrata in vigore della direttiva europea su incassi e pagamenti (il Payement service directory), che toglie alle banche l'introito sui giorni di valuta, specialmente sui bonifici. In più c'è l'adeguamento alla maggiore trasparenza preteso dalla Banca d'Italia, che le banche scaricano sui clienti, adducendo maggiori costi e lavoro sostenuti nell'operazione.
Banca Mps dichiara che gli aumenti riguardano solo i nuovi clienti e per due motivi: "Primo, perché i nostri listini erano fermi da anni. Secondo, per l'impatto della direttiva su servizi e pagamenti, che ha spinto le banche a riequilibrare la struttura dei costi. Per noi ci sono maggiori oneri, perché elimina totalmente i ricavi dai giorni-valuta".
L'unica difesa? Cambiare banca controllando con il massimo scrupolo i costi dei servizi offerti.