La società di consulenza Bluebell attacca l'ad sulla distruzione di valore della banca
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ROMA. La società di consulenza Bluebell, fondata dall’ex-banchiere Giuseppe Bivona, scrive al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell’Economia, Giancarlo Padoan, per chiedere che il governo intervenga nell’assemblea di Mps (il 14 aprile) per bocciare la relazione sulla remunerazione, chiedere le dimissioni dell’a.d Fabrizio Viola e proporre l’azione di responsabilità verso lo stesso Viola e l’ex presidente Alessandro Profumo.
La richiesta si fonda, da un lato, sulla “monumentale distruzione di valore” degli anni 2012-2015, esercizi in cui Viola ha percepito compensi “per circa otto milioni” a fronte di “circa dieci miliardi” di perdite e “una distruzione del valore di borsa” di “circa nove miliardi”. Dall’altro sul fatto che lo scorso 16 dicembre, dopo l’intervento della magistratura, “la Banca ha dovuto ammettere che i bilanci erano falsi per aver contabilizzato miliardi di derivati come Titoli di Stato”. Per Bluebell, che i bilanci dal 2012 fino alla semestrale 2015 “sono falsi” e che “sulla base di bilanci falsi” sono stati lanciati due aumenti di capitale per complessivi 8 miliardi, forieri di altrettante perdite per i soci. Inoltre nel giugno del 2012 sono stati concessi aiuti di Stato “sulla base di false rappresentazioni”: Mps, afferma Bluebell, ha infatti giustificato la richiesta con la necessità di ripianare perdite generate dall’andamento dei titoli di Stato e non “da due temerarie speculazioni in derivati nascoste in bilancio grazie alla falsa contabilizzazione” come Btp.
Bivona da 3 anni denuncia nelle assemblee di Mps e alle authority italiane ed europee la mancata rappresentazione in bilancio di Alexandria e Santorini come derivati. Nella sua lettera allega una serie di fatti volti a dimostrare come Mps fosse a conoscenza “dei gravissimi errori contabili almeno a partire dall’aprile 2012″, quando la Banca d’Italia ha attestato, in un verbale ispettivo, che “l’operazione nel suo complesso si sostanzia in un derivato creditizio”. A favore della qualificazione della sostanza delle operazioni come derivati si sono espressi, tra gli altri, il 26 marzo 2013 i consulenti di Mps, Andrea Resti e Giovanni Petrella, l’1 luglio 2013 Nomura, il 13 luglio 2013 il Tribunale del Riesame di Siena, il 29 gennaio 2014 Deutsche Bank, il 6 febbraio 2014 la Bafin (la Consob tedesca), il 26 ottobre 2014 la Bce, il 3 aprile 2015 la procura di Milano, ricorda Bivona citando i passaggi dei documenti ufficiali delle persone, società e autorità elencate e ricordando che nei contratti con Deutsche Bank e Nomura “la natura sostanzialistica delle operazioni” come derivati “viene espressamente richiamata 447 volte”.
“Mps rappresenta un test cruciale per la credibilità del Governo sulla reale volontà di perseguire il cambiamento nell’interesse della trasparenza e del mercato” conclude Bivona definendo “un gravissimo errore politico e un pessimo segnale per il mercato” un mancato intervento del governo “in una fase certamente delicata per il nostro sistema bancario”.