Dal fondo salvastati alle erogazioni della Fondazione: l'autunno di Siena 2011
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di Red
SIENA. Mercoledì la Borsa di Milano è stata la migliore d’Europa, con Intesa e Unicredit particolarmente brillante tra i bancari, in cui MPS ha fatto un buon +1,20% a euro 0,395, poco sotto la valutazione degli analisti. Oggi si potrebbero scontare i rossi collezionati nelle altre aree del mondo. Il rapporto chiamato “Beige book” della Federal Reserve esprime uno stato stagnante dell’economia americana, e Wall Street ha accusato un ribasso a -0,63%. I mercati asiatici l’hanno presa male, e via via si sono tutti posizionati in negativo, anche per problematiche locali come la crisi del settore minerario in Australia. In Europa stamattina le scelte della politica orienteranno l’andamento dei mercati. Si dovrebbe capire se la Grecia riuscirà a conquistare gli aiuti comunitari indispensabili, visto che il prezzo sociale, con le violente manifestazioni di piazza, è già stato pagato. Poi i mercati devono valutare l’incontro di Sarkozy e Merkel di ieri sera. Il duo che ancora la scorsa settimana sembrava poter prendere a buon diritto la leadership della Ue – vista la presunta eccellenza delle proprie economie – si è separato. La cancelliera tedesca si è dimostrata attendista quando la crisi bancaria francese è esplosa con il fallimento Dexia, la punta dell’iceberg: sembrava che sarebbe rimasto “un uomo solo al comando”. L’affanno del presidente francese, che lascia la moglie in sala parto per volare a Francoforte prima della nascita di sua figlia, è un indice di evidenza più efficace di migliaia di parole. Ma il tira e molla tedesco si è rivelato un mezzo boomerang: anche la Merkel ha i suoi problemi di finanza e l’attesa fino ad ora non ha fatto altro che peggiorare i problemi, anche quelli della Germania.
Invece in Italia, a furia di attendere, il presidente del consiglio è arrivato all’ultimo giorno utile per nominare il successore di Draghi alla Banca d’Italia. Per un paradosso tutto italiano l’attesa ad oltranza anziché scremare i candidati li ha moltiplicati. All’inizio sembrava che la poltrona sarebbe stata appannaggio di Saccomanni, poi Tremonti ha tirato fuori dal cilindro il suo “uomo” Grilli, ieri sono arrivati altri due candidati, di nuovo Bini Smaghi e – new entry – Anna Maria Tarantola. Se dovesse essere scelto un presidente intuito dal mondo finanziario come condizionato e non indipendente dal potere politico, la scelta potrebbe provocare ulteriori perdite ai mercati azionari. I bilanci delle nostre banche, ad esempio, vengono ritenuti poco credibili da arabi, cinesi e indiani che avrebbero le risorse per intervenire nella ricapitalizzazione dei nostri istituti e che per ora si sono tirati indietro.
Proprio ieri la Fondazione MPS ci ha dato dimostrazione della poca trasparenza delle leggi che regolano i bilanci e che permettono ai suoi amministratori di fare il gioco delle tre carte. Una cosa che, se la fa un disgraziato davanti al bar per sbarcare il lunario visto che i gonzi non mancano mai, porta in galera. Ma se una legge dello Stato la permette va tutto bene, anche se poi il popolo viene chiamato a pagare il conto. Gabriello Mancini può annunciare di aver venduto azioni di Rocca Salimbeni in chiara rimessa economica, vista la depressione attuale del valore del titolo. Ma la legge gli permette di non contabilizzare la perdita (è così, seppur detto in maniera grossolana). Tra pochi giorni magari annuncerà che, nonostante la gravità della situazione, la Fondazione è riuscita a trovare le risorse per evitare un contenzioso di massa per tutte le rate in scadenza dei mutui accesi da Enti locali con la garanzia di Palazzo Sansedoni e riuscirà a chiudere il bilancio 2011 senza aggravare le perdite.
Auguri fin da oggi al suo successore alla poltrona della Fondazione il prossimo anno: se Rocca Salimbeni non dovesse produrre gli utili roboanti promessi in questa primavera (il famoso miliardo, che fa arrossire il signor Bonaventura di Sto), le “manovre” non saranno servite a nulla. Il presidente Mussari lo sa talmente bene da farsi vedere solo alle partite sponsorizzate. L’immagine e il simbolo della decadenza di Siena nascosti dall’ultima edizione del “panem et circenses”.