Saccomanni prende atto e risponde col silenzio
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di Red
SIENA. Ritorniamo sulla “famosa” letera di Almunia e alle discussioni sul suo contenuto. Come ha rivelato un articolo del Financial Times, solo parzialmente ripreso dai media italiani che hanno “dimenticato” il cuore della notizia, il 16 luglio Joaquim Almunia ha scritto una lettera al ministro Saccomanni (la missiva di 3 pagine inizia con un “dear Fabrizio”, scritto di pugno), in cui faceva garbati (quanto pesantissimi) rilievi al piano industriale presentato da Viola a Bruxelles appena un mese prima. Pesantissimi al punto da mettere in discussione tutto il castello finanziario che ha permesso alla politica italiana di evitare la nazionalizzazione dell’istituto di credito più antico del mondo. Almunia ha contestato gli stipendi dei manager, che pubblicamente hanno rinunciato a fette consistenti delle loro retribuzioni. Ma scrive FT “il loro accordo di piena retribuzione non è stato rivelato. I dirigenti stanno cercando incentivi legati alla ristrutturazione”. In gran segreto come fecero con Vigni (4,5 mln di buonuscita, se ricordiamo bene), come solita prassi, altro che discontinuità e trasparenza! I soldi ai manager e i licenziamenti al popolo: l’ha scritto Almunia.
La lettera del commissario europeo e le considerazioni dei giornalisti finanziari del Financial Times stranamente non fanno cenno al discorso del vincolo del 4%. Con la missiva in tasca (a meno che il ministro Saccomanni non affermi di averne taciuta l’esistenza al presidente della Rocca Salimbeni) e senza darne alcuna comunicazione ai soci, il Tandem si è presentato due giorni dopo in assemblea straordinaria raccontando la favola che senza l’abolizione del vincolo la Commissione Ue non avrebbe accettato il piano industriale. Sarebbe filata così liscia l’assemblea, se si fosse venuti a conoscenza delle obiezioni vere della Commissione UE? La mancata e tempestiva comunicazione ai soci e ai mercati di quanto a conoscenza non potrebbe essere oggetto di una indagine della magistratura senese, che ha preso spunto da articoli di giornale per fare repulisti al Monte?
Fra il licenziamento di 5mila dipendenti e la chiusura delle due complesse operazioni finanziarie chiamate comunemente derivati (Alexandria e Santorini), il Tandem sceglie la prima soluzione, Almunia la seconda. Perché la prima serve ai due manager per cacciare fuori dalla banca non i raccomandati incapaci e sfaticati ma coloro che ancora non si sono asserviti al regime e che potrebbero creare grane con la loro partecipata e competente capacità di disamina delle manovre spericolate di Profumo e di chi l’ha messo in carica come presidente. La condizione che ha permesso di tenere sotto il pugno di ferro Siena per troppi anni e la libertà di azione che ha permesso a Vigni, Mussari e Baldassarri di avere una bella sfacciataggine, senza alcun vincolo da rispettare sempre e comunque. Con i risultati che abbiamo visto e subìto. Seguire la seconda via serve a inimicare ai dirigenti (e al loro futuro professionale) la comunità finanziaria che ha banchettato sulla povera banca che fu gloriosa.
Almunia mette l’accento anche sulla quantità di titoli di Stato ancora in mano a Rocca Salimbeni (“overall exposure and sensitivity to sovereign risk”) e alla restituzione dei finanziamenti concessi (LTRO) dalla Bce, temendo che – non provvedendo alla riduzione importante dello stock in portafoglio – si metta in pericolo la restituzione dei prestiti europei. Quisquilie, evidentemente, per il Tandem che nel piano industriale non ne avrebbero fatto parola.
Sarebbe interessante conoscere il fine di questa sottovalutazione di un aspetto talmente importante da far dire ad Almunia che la Commissione Ue potrebbe obbligare alla restituzione degli aiuti e, conseguentemente (ma non è scritto) costringere lo Stato italiano ad aprire quel processo di nazionalizzazione che finora si è tentato accuratamente di evitare. Perché salterebbe la poltrona di Profumo, ovviamente assieme alla capacità di controllo del partito: le regole della banca pubblica vieterebbero le zone oscure prive di informazioni che questa gestione si può permettere.