Brutta la "incoerenza" tra i sacrifici chiesti ai dipendenti e i mega stipendi ai manager
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SIENA. La Lega Nord Siena non vede di buon occhio «le voci che vorrebbero di nuovo in sella della Banca il Presidente dell’ABI e del MPS, Giuseppe Mussari, a braccetto con Profumo. Voci che, evidentemente, dimenticano di ricordare i “risultati” che sono stati prodotti in questi anni di guida della Banca da parte dell’avvocato calabrese e dei tanti manager superpagati, alla faccia di quegli impiegati per i quali, oggi, si chiedono tagli così drastici.
Infatti – sottolineano dal Carroccio – se da una parte si vuole tagliare i costi del personale dall’altra si continua a pagare stipendi da capogiro ai manager. Ci si dimentica, inoltre, di ricordare quanti soldi ci hanno rimesso gli stessi dipendenti, che ogni mese ricevono stipendi normali, con le azioni MPS offerte loro come stock granting. Per non parlare, poi, di coloro che hanno sottoscritto per ben due volte l’aumento di capitale, addirittura incoraggiati da un discutibile, sicuramente da un punto di vista etico, anticipo del TFR.
Il probabile arrivo di Profumo non può essere visto con favore, considerando che è lo stesso che ha fatto entrare investitori esteri in Unicredit (i libici) e che ha favorito, quindi, le scalate, dimenticandosi dell’importanza del legame con il territorio di riferimento delle Banche, che vuol dire aiuti alle aziende del luogo, aiuti alle imprese, aiuti alle famiglie. Questo, che è sempre stato il “modello Mps”, con la crisi della Fondazione e quella della Banca, con l’arrivo di Viola prima e di Profumo poi, con la permanenza di Mussari, rischia di essere definitivamente stravolto.
Vogliamo sperare – terminano dal Carroccio – che le voci che parlano della triade Profumo-Mussari-Viola siano solo uno strascico del carnevale. Riteniamo, infatti, che questa ipotesi, soprattutto in merito al ruolo di Mussari, sarebbe l’offesa più grande al territorio, ai dipendenti e agli azionisti della nostra Banca».