Emergono nuove perdite nei bilanci della banca
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di Red
SIENA. Il comunicato con cui si annuncia la richiesta al Governo e alla Commissione Europea di ulteriori 500 milioni di euro di “Monti bond” (DA 3,4 A 3,9 milioni di euro), impone una serie di riflessioni. Non è una cifra irrilevante: è quasi pari a quanto il Piano Industriale ha previsto di risparmiare sul costo del personale (600 mln).
I sacrifici richiesti ai lavoratori sarebbero una piccola parte della voragine della banca. In effetti la nota di Rocca Salimbeni spiega anche che l’incremento dei bond è legato a problemi di redditività negativa. Si legge infatti che l’importo è “motivato dai possibili impatti patrimoniali derivanti dagli esiti dell’analisi in corso di talune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti. Vista la redditività negativa di tali operazioni, oggi incluse nel portafoglio di attività finanziarie aventi per sottostante titoli di Stato, la Banca procederà alla rinegoziazione della struttura di funding delle stesse con l’obiettivo di migliorarne la redditività”.
In assenza di ulteriori dati e della lista di questi debitori, si presume, ma siamo nel campo delle ipotesi, che stiano emergendo i crediti inesigibili e all’uso dei derivati, che avrebbero azzerato perfino la redditività dei BTp. E’ già da diversi giorni che se ne parla ed evidentemente il Tandem ha dovuto metterci le mani: poi passeranno alle operazioni immobiliari, fatte sembra per generare utili una tantum, per verificarne la congruità; come quella di Casal Boccone a Roma, oggetto anche di una interrogazione parlamentare. E’ una semplice opinione. Ma ricordiamo, ad esempio, che MPS è legato a doppio filo a Roma in una speculazione edilizia chiamata “Rinascimento IV – Belvedere Aceri” in cordata con il gruppo Mezzaroma, cioè con le società dell’attuale presidente del Siena calcio, avversata dai residenti del quartiere Talenti e messa in forse dai risultati delle prossime amministrative del comune di Roma, in quanto anche il PD locale sarebbe schierato contro questa operazione.
Caltagirone non è più nel Cda della Rocca, eppure gli analisti finanziari italiani hanno trovato sorprendente che appena pochi giorni fa l’istituto guidato da Alessandro Profumo gli abbia concesso un finanziamento di 21,9 milioni di euro per l’acquisto di un immobile sito a Roma tra l’angolo di Via Nazionale e Via Venezia di proprietà Unicredit. La Ical (Immobiliare Caltagirone, strumento usato per l’acquisto), risulta infatti avere oltre l’80% dei suoi attivi, secondo Italia Oggi, costituiti da immobili (612,3 mln su 738,3); il costruttore sarebbe ancora in possesso di fidi conosciuti per oltre 500 milioni – polemica grande quando qualcuno fece notare che avesse nel 2010 affidamenti pari al controvalore delle azioni di MPS in portafoglio. Siamo certi che l’operazione è assolutamente corretta, ma restano i dubbi sull’opportunità di finanziarla in questo momento. Di quale qualità del credito si sta parlando? Quali clienti devono rientrare dai fidi e quali no? Un discorso che riguarda tutto il sistema bancario nazionale, certamente non solo MPS.
Tornando all’operazione dei Monti bond i tempi cominciano a farsi stretti: il finanziamento della banca dovrà essere completato entro fine anno per riversare i suoi benefici sul bilancio 2012, che dai dati dei primi nove mesi risulta essere in rosso pesante. La pratica è ancora ferma a Bruxelles, voci raccolte tra la stampa presente nella capitale belga dicono che il braccio di ferro tra la Commissione Ue e il governo Monti su questo intervento è ancora lungi dall’essere risolto. In particolare la clausola sul mancato pagamento degli interessi e la loro conversione in azioni dell’istituto, nel caso MPS alla fine dell’anno non fosse in grado di corrispondere la somma allo Stato, ha lasciato molti dubbi ai burocrati dell’Unione Europea.
Non è che abbiano tutti i torti: calcolare le azioni da conferire nel caso a valore di libro (0,85 euro circa) o a valore di mercato (0,20 euro circa) significa dare al Ministero dell’Economia un piccolo posto nella compagine azionaria di MPS oppure immediatamente, già con il primo esercizio negativo, significa renderlo il primo azionista della società. Sapendo che il board di Rocca Salimbeni, con i dati forniti a oggi, già non è in grado di ripagare gli interessi, la nazionalizzazione di fatto della banca verrebbe allo scoperto, senza foglie di fico. E’ bene che anche la Bce di Mario Draghi, così generosa a concedere prestiti all’1% alle banche europee, controlli quello che sta succedendo. Se ci troviamo, a Siena, in questa situazione è anche “merito” dell’ex presidente della Banca d’Italia. Nel 2008, infatti, se si fossero controllati bene i dati patrimoniali e di bilancio di MPS, insufficienti come poi abbiamo visto in seguito a nostro maggior detrimento, l’autorizzazione all’acquisto di banca Antonveneta non sarebbe mai dovuta essere concessa. Eppure i due principali protagonisti finanziari della tragica vicenda oggi sono a capo della Banca Centrale Europea e dell’Associazione Bancaria Italiana.