Una data che potrebbe portare sfortuna solo ai senesi

di Red
SIENA. Potenza dei mercati finanzari che aspettavano solo l’invito a correre. Alessandro Profumo ha confermato attraverso la tv quanto si sapeva da tempo, cioè che la Fondazione è destinata a divenire un piccolo socio ininfluente della banca MPS, non appena avrà dato il consenso all’aumento di capitale. Di venerdì 17 tutti a comprare azioni di Rocca Salimbeni che ha messo insieme un +17,58% a euro 0,216 come una qualsiasi gallina dalle uova d’oro. Beneinteso: hanno aiutato anche le parole della Merkel e la discesa degli spread alla giornata di borsa, con gaudio di tutti i titoli bancari. Ma per i senesi significa che tutti i baluardi storici e incontrovertibili della nomenklatura senese sono definitivamente crollati: e così, è con questi uomini e con queste scelte che siamo arrivati al capolinea. Avranno il coraggio di andarsene? Una questione morale ben più appassionante del timido comizio dell’altra sera di Luigi Berlinguer alla Festa del Pd, spacciato per dibattito, in cui difendeva la morale di un Berlinguer di altra levatura, l’Enrico che certi pastrocchi da regime non avrebbe tollerato né avrebbe nascosto al popolo. Anche perché se rimangono questi dirigenti partitici è più facile per il Tandem portarsi via tutto, visto che sul ponte di comando della banca ce li hanno messi loro. E risulta ancora più inutile l’affannoso tentativo di Mancini di passare alla storia non per le minusvalenze accuratamente collezionate, ma per aver “riformato lo statuto della Fondazione” per liberarlo dall’influenza della politica. Comunque la Fondazione non avrà più alcun potere da amministrare e basterebbe per lui agire dimettendosi, togliendo così lo strumento con cui la politica ha rovinato Palazzo Sansedoni e il futuro della città.
Rilanciare l’interessamento di BNL a un nuovo progetto di fusione con MPS, pare una pura ipotesi lanciata nella calura estiva, forse neanche un ballon d’essai. Il commissario Profumo, ex banchiere passato alla politica rossa con grosse ambizioni per il governo del dopo-Monti, per poter far entrare chi di dovere nelle stanze del Monte a comandare deve sterilizzare i diritti di voto della Fondazione attuale; BNL dipende da BNParibas e i francesi non sembrano in grado di condizionare il partito né di poter cacciare con indifferenza i quasi due miliardi necessari (con i parametri di Basilea III e con la Bce di Draghi non c’è da scherzare). Piuttosto, se guardiamo in Francia per trovare un partner a Monte dei Paschi, c’è Axa. Che ha a Siena partecipazione azionaria, accordi di bancassurance, soddisfazione reciproca dichiarata. E la dotazione economica necessaria a coprire l’esposizione senza fare debiti ulteirori (Mussari docet). Perchè mettersi in casa un concorrente come BNParibas? Ma qui siamo nella fantaeconomia.
L’ultima considerazione è lo stucchevole accostamento, come accade tutti gli anni, tra Palio e vicende della città. Poiché questa corsa viene fatta due volte l’anno dall’inizio del 1700 in questa forma (per tralasciare le corse più antiche), si può trovare facilmente ogni anno un avvenimento negativo o positivo che possa venire superficialmente e costantemente collegato. E’ vero che tutte le contrade hanno un intreccio economico con la banca che paga le monture, finanzia investimenti immobiliari, esprime capitani, mangini, contradaioli anche dipendenti dell’istituto. Ma che al termine dei quattro giorni della Festa scatti per tutti il concetto dello “scurdammoce ‘o passato” è una cosa che non esiste. Ci siamo fatti un Palio bellissimo e nel Valdimontone faranno una gran festa. Il giorno dopo torniamo tutti al lavoro e le preoccupazioni per mantenerlo, in una città di terziario che non ha alternative da offrire, sono enormi. La banca nel passato ha fatto terra bruciata intorno a sè per scelta dei soliti politici: tessuto industriale inesistente, terziario avanzato come ricerca scientifica o elettronica inesistenti, enti locali in crisi per sovraffollamento di personale.