La mancanza di autorevolezza della politica provoca il panico
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di Red
SIENA. George Papandreu, primo ministro greco, ha parlato della volontà di fare un referendum per costringere i greci ad accettare le condizioni dell’Eurogruppo per il semi-default del paese. I mercati hanno risposto che non ci credono più. Mario Draghi ha ricevuto, nel suo primo giorno di presidente della Bce, un buongiorno dalla finanza mondiale che non scorderà. Parigi ha visto l’ennesimo tracollo della borsa francese: Axa -12,49%, Bnp Paribas -13,06%, Credit Agricole -12,53%, Societé Generale -16,23%. Se Sarkozy voleva nascondere al mondo le difficoltà dei suoi istituti di credito, è stato smascherato definitivamente.
Al Dax 30 di Francoforte Deutsche Bank ha pagato caro il fallimento di MF Global negli USA lasciando il 7,97%, peggio Commerzbank a -9,42%. La Merkel non ha di che consolarsi, evidentemente. E’ da luglio che cerca di dare l’impressione di voler risolvere alla radice i problemi della finanza mondiale, ma così facendo continuerà solo a perdere elezioni locali tedesche senza aver realizzato nulla. Il problema non è l’euro, ma il comportamento schizofrenico dei politici, che difatti conoscono solo la regola dello scaricabarile. Per non parlare di casa nostra, dove lo screditato governo italiano ha assistito inerme a una nuova seduta di Piazza Affari sconcertante. Il panico ha spinto le vendite al peggior ribasso percentuale dall’ottobre 2008. Intesa S. Paolo -15,8%, Unicredit -12,4%, MPS, al nuovo minimo storico, -10,2% a euro 0,303.
Bazoli (Intesa) teme che le banche “verranno scalate o torneranno pubbliche”, probabilmente a Siena qualcuno dirà “Magari!” e ritorneremo tutti democristiani, come quando la banca veniva gestita veramente con prudenza e con la diligenza del buon padre di famiglia. Giuseppe Guzzetti, presidente Acri, si è detto arrabbiato perché le decisioni dell’Eba sulla ricapitalizzazione degli istituti di credito “salvano gli interessi francesi e penalizzano quelli italiani” e a livello operativo rendono impresa disperata il reperire fondi con l’attuale mancanza di visibilità sui mercati.
L’ombrello della Bce si è rivelato, alla fine, inutile. Il rendimento dei Btp decennali sta concretamente scivolando verso quel “punto di non ritorno” che Fitch ha stabilito a quota 7% e che renderebbe impossibile per qualsiasi governo ripagare il debito sovrano ai finanziatori, però accelera la possibilità che la legislatura si possa concludere con un governo diverso dall’attuale. Una rapida crisi di governo, risolta con un esecutivo dalle idee chiare e le risposte pronte (magari tassando i capitali “neri” depositati in Svizzera come stanno facendo Germania e Gran Bretagna in accordo col governo elvetico, portando nelle casse dell’Erario non meno di 100 miliardi di euro). Potrebbe essere una buona operazione per aiutare la reietta Italia. A Roma circola con insistenza il nome di Mario Monti come nuovo presidente del Consiglio, e almeno l’autorevolezza sarebbe raggiunta. Con Bossi e Tremonti alla “Sagra della Zucca” a Pecorara, in provincia di Piacenza e i mercati aperti anche nella festività di Ognissanti, nessuno oggi era a Roma a difendere gli interessi nazionali dai contraccolpi delle borse. Segno che la festa, per il centrodestra, è finita?
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