A cura di Augusto Mattioli
SIENA. Il dopo politiche per Emanuele Montomoli, neo candidato sindaco al comune di Siena sarà un periodo impegnativo per tessere la sua tela e avere contatti anche con esponenti nazionali, che potrebbero anche sostenerlo nella sua corsa per governare la città. Con Letta si è già incontrato a Siena e a Roma, mentre ha in programma altri colloqui. Fa sapere nell’intervista che segue: “Ho già fissato un incontro a Roma con Carlo Calenda in merito alla questione del Biotecnopolo oltre ovviamente per parlare della mia candidatura”. E ancora potrebbe incontrarsi con lo stesso Salvini. “Attraverso altre persone – aggiunge – mi è stato detto che potrebbe essere molto utile rivedersi ed abbiamo demandato a dopo le elezioni”. Nella sua intervista Montomoli parla del Biotecnopolo, della sua discesa in campo, del Costone, la cui area spera lo voti, dei suoi rapporti con Mauro Marzucchi che potrebbe a sua voltasostenerlo, del sindaco De Mossi che ha perduto fin da subito “la sua caratterizzazione di civico”, di Fabio Pacciani nella cui posizione contraria ai partiti vede una contraddizione, perché “i gruppi della sua attuale coalizione sono tutti provenienti da precedenti impegni politici rilevanti per partiti che hanno anche a lungo governato la città”.
In conferenza stampa ha detto di non essere contro i partiti. Ma scegliere di farsi sostenere da un partito o un altro, da un’area politica o un’altra non è indifferente: perché l’approccio ai problemi o alle soluzioni sarebbe diverso se, per ipotesi, fosse sostenuto dall’area di Centrosinistra ( Pd e altri) o da quella di Centrodestra (Lega, Fdi, Forza Italia).
Sì, infatti ho detto che sono aperto ad un confronto costruttivo con i partiti, ma alla fine credo che né il centrodestra né il centrosinistra condividerà quelli che saranno i miei punti programmatici. Da quello che si legge sui giornali il centrosinistra sta ancora ragionando sulla ipotesi primarie, quindi è plausibile che alla fine abbia un candidato suo, mentre per la coalizione di centrodestra sarà estremamente difficile giustificare l’eventuale mancato appoggio al sindaco uscente. A prescindere dalle persone, comunque, ancora non ho avuto incontri ufficiali con nessuna delle due parti per parlare del programma quindi, soprattutto per questo vedo estremamente difficile un accordo sulle idee.
Quando ha deciso di candidarsi?
Da qualche mese, sollecitato da numerose persone ed associazioni che mi hanno chiesto di mettermi al servizio della città e dei senesi. Sarei voluto uscire con la mia candidatura a Novembre, ma le elezioni nazionali hanno dato un’accelerazione al mio percorso. Ho voluto evitare eventuali strumentalizzazioni e condizionamenti, che sarebbero potuti derivare dalle elezioni.
Lei parla di diverse componenti che l’hanno sollecitato a candidarsi. Di quale area? Anche l’area Marzucchi, la cui strategia tradizionale è quella di fare l’ago della bilancia e quindi scegliere da che parte stare?
Con Marzucchi ho un rapporto di fiducia, oltre ad essere un amico; malgrado questo non sempre siamo in sintonia sulle scelte politiche, ma ci rispettiamo. Quando ad esempio mia moglie Sara decise di uscire dalla attuale giunta comunale, lui ha comunque continuato ad appoggiare l’attuale maggioranza comunale. Lui ha una sua lista (Siena Aperta), che l’ultima volta ha avuto una buona percentuale di consenso. Appena inizieremo gli incontri sarà di sicuro una coalizione con la quale ci metteremo seduti a parlare del programma.
in particolare da dove vengono le sollecitazioni di candidarsi?
Da molte persone, non da un’area politica definita. Amici singoli e gruppi di persone organizzate in associazioni che più avanti vedremo come coinvolgere. Credo ci sia spazio per organizzare, oltre alla lista elettorale “Emanuele Montomoli sindaco”, almeno un paio di liste civiche.
Si è mai incontrato con Letta, Salvini o altri politici nazionali? E, se sì, di cosa avete parlato?
Ho incontrato diversi politici nazionali e con alcuni di loro sono ancora in rapporti molto cordiali. In particolare, ho visto Matteo Salvini quando è venuto a visitare il distretto delle scienze della vita di Siena e ci siamo seduti una decina di minuti a parlare delle prospettive occupazionali che questo settore può garantire per la nostra città. Attraverso altre persone mi è stato detto che potrebbe essere molto utile rivedersi ed abbiamo demandato a dopo le elezioni.
Con Enrico Letta mi sono incontrato sia a Siena che a Roma ed abbiamo parlato a lungo in particolare del biotecnopolo, su questo – se vuole – ci possiamo tornare più avanti.
Ho già fissato un incontro a Roma con Carlo Calenda per i primi giorni di Ottobre, in merito alla questione del Biotecnopolo oltre ovviamente per parlare della mia candidatura.
Quali sono i problemi della città su cui occorre lavorare?
Innovazione come “parola d’ordine” per i prossimi anni, Siena deve “andare un pochino più veloce”, ho la netta impressione che non stia tenendo il passo del resto del mondo.
Dobbiamo impostare delle operazioni che razionalmente siamo in grado di realizzare, per incrementare la qualità della vita quotidiana e per rendere Siena sempre più accogliente ed attrattiva. Viviamo, a mio avviso, nella città più bella del mondo, dobbiamo fare l’impossibile per migliorarla giorno dopo giorno.
Quali secondo lei quelli non affrontati dall’attuale sindaco De Mossi? Secondo lei si può considerare un sindaco civico?
Preferisco non dare giudizi sull’attuale amministrazione, vorrei iniziare la campagna sulle questioni da organizzare per il futuro non sulle critiche del passato. De Mossi è stato eletto come sindaco civico, ma ha completamente perso questa caratterizzazione da subito, la composizione della Giunta ne è una testimonianza.
Lei, come imprenditore, opera nel settore delle biotecnologie. Che tipo di sviluppo prevede per Siena, con l’operazione Biotecnopolo?
Con il Biotecnopolo e soprattutto l’hub antipandemico saranno riversate sul territorio moltissime risorse, che spero vengano gestite in maniera strategica per la nostra città e per il nostro territorio. Gli errori del passato (ad esempio, SienaBiotech) devono insegnarci, non abbiamo bisogno di grandi nomi o di progetti faraonici in questo momento. Credo, invece, che necessitiamo di supporto per le numerose aziende già esistenti. Dobbiamo per queste creare un ecosistema che non le faccia allontanare e, anzi, che le invogli a rimanere ed investire a Siena.
Faccio un esempio: io sono il proprietario di VisMederi, florida azienda che opera nello stesso ambito del biotecnopolo, è nata a Siena nel 2009 ed oggi offre lavoro a 180 persone. Fino ad oggi dal comparto delle scienze della vita locale abbiamo avuto solo molte “pacche sulla spalla”, aiuti sostanziali non ne abbiamo mai visti. Spererei a questo punto che le importantissime risorse che arriveranno sul biotecnopolo e l’hub antipandemico venissero impiegate per costruire qualcosa di cui possa usufruire direttamente o indirettamente anche il settore privato, che, ripeto, nella totalità – ed escludendo GSK – sul territorio offre lavoro a più di 3000 persone.
Avevo dato un suggerimento che non è stato ascoltato; a mio avviso il respiro di questa iniziativa doveva essere più ampio, non “biotecnopolo”, che indirizza in maniera troppo stretta nella direzione delle biotecnologie, ma “polo dell’innovazione” all’interno del quale potevano trovare spazio (e spererei anche risorse), anche aziende legate ad altri settori strategici come ad esempio “l’enogastronomia, l’ambiente, il turismo, ecc…..”. Cioè, mi sembrava più logico cercare di dare forza non ad un solo asset strategico del territorio, ma ad un ambito (l’innovazione) che dovrebbe essere la stella polare dei prossimi anni.
Conta sull’appoggio anche dell’area che fa riferimento al Costone di cui è presidente?
Spero di sì, e non solo del Costone, ho molto a cuore il comparto dello sport di Siena, soprattutto quello dilettantistico, che coinvolge tante famiglie.
Si troverà a competere intanto con Fabio Pacciani, altro candidato sindaco civico che non guarda ai partiti.
Ho stima del dottor Pacciani, che conosco solo superficialmente, ci siamo parlati l’ultima volta 10 anni fa quando lui era rettore del Bruco ed io vicario dell’Istrice. Non abbiamo mai chiaramente affrontato argomenti di politica o di Siena in generale. Lui ha una connotazione civica e, leggo spesso, distante dai partiti politici che non vorrebbe a supporto, la contraddizione però è evidente, i gruppi della sua attuale coalizione sono tutti provenienti da precedenti impegni politici rilevanti per partiti che hanno anche a lungo governato la città.
Se dovesse essere eletto sindaco, come gestirebbe i vari impegni (azienda, docenza, Costone, politica e altro)?
Questa è la cosa che mi preoccupa meno e la riassumo in poche parole:
- la docenza: dovrei per forza andare in aspettativa;
- il Costone: è un piacere e sarà un onore continuare ad impegnarmi per questa società storica di Siena;
- l’azienda: ormai è matura, i manager sono in grado di “portare avanti” la quotidianità addirittura in maniera più energica di me, è chiaro che per l’indirizzo strategico necessario per le operazioni straordinarie sarò sempre a disposizione.
Perché pensa che sarebbe un buon sindaco?
Non so se sarò un buon sindaco, spero di essere eletto e poi con il tempo vedremo se sono stato un buon sindaco. Di sicuro metterò a disposizione della città e dei cittadini tutto quello che è necessario per esserlo e – come ho sottolineato più volte in conferenza stampa – non farò promesse nel mio programma che poi non sono certo di poter portare a compimento, anzi, cercherò di dire anche un pochino meno di quello che ho in mente per i prossimi anni per Siena.
