I conti della banca non rassicurano il mercato
di Davide De Cicco
SIENA. Il Monte dei Paschi ha presentato ieri (11 novembre) i suoi conti, che sembrano risentire molto di partite straordinarie, soprattutto legate alla cessione di alcuni sportelli e alla conseguente plusvalenza. Da queste operazioni deriva anche la correlata riduzione dei costi ben evidenziata dai dati, ma il mercato non sembra rassicurato, visto che da una quotazione di 1,086 del 22 ottobre ha riportato il titolo sotto quota 1,00 in questi giorni.
Forse anche in considerazione che gran parte degli utili
Oggi la banca più antica del mondo ha una capitalizzazione di poco superiore ai 5 miliardi…
derivano dal sostanzioso incremento dei mutui e dal contributo della Capital Services; incremento, quindi, degli impieghi e un’altrettanto marcata riduzione dei depositi che, pur crescendo anno su anno, vedono un’inversione di trend nell’ultimo trimestre, con un calo di quasi 4 miliardi rispetto al 30 giugno.
Si sottolinea, come detto sopra, la riduzione dei costi che riesce difficile da valutare se slegata dalle cessioni. Gli incrementi degli utili e delle poste di bilancio, a volte anche rilevanti in percentuale, sembrano avere valori assoluti non cosi entusiasmanti da indurre a sperare in un futuro roseo e, soprattutto, nel ritorno di un dividendo interessante.
L’isituto senese ha chiuso i primi nove mesi del 2010 con un utile netto contabile pari a 356,9 milioni di euro, in flessione dell’11 per cento rispetto al risultato dei primi nove mesi del 2009, dato che non ci può certo far ben sperare per i risultati del 31 dicembre e per gli introiti della Fondazione, che nel 2009 ha beneficiato ben poco dal dividendo.
Nel corso della conference call a commento dei risultati trimestrali, i vertici del Monte dei Paschi di Siena hanno ribadito la volontà di rimborsare i Tremonti Bond prima della scadenza e prevedono un Core tier 1 al 7 per cento entro la fine del 2012, non è indicato con quali mezzi. Ci piacerebbe capire se sono in programma eventuali cessioni o il più volte smentito aumento di capitale, che il mercato tanto teme e che ha portato a questa marcata discesa dei corsi del titolo. Oggi la banca più antica del mondo ha una capitalizzazione di poco superiore ai 5 miliardi…
Ci piace pensare che il valore della “nostra” banca sia ben superiore a quello di reti di promotori, anche se il mercato sembra darci segnali diversi.