Junker: "Abbiamo calpestato la dignità dei greci, non facciamo lo stesso con l'Italia"
di Red
SIENA. Vittime due volte? Leggendo certe notizie in arrivo su azionisti, dipendenti, risparmiatori, fornitori (e chi ne ha più ne metta) finiti in difficoltà – se non sul lastrico – per parola, opera e virtù di una dirigenza bancario-politica che dal 1995 al 2012 ha occupato, sbranato e distrutto banca Monte dei Paschi di Siena, il dubbio ci viene. Sono stati “uccisi” dalla mala gestio interna ed esterna non controllata da organi preposti in maniera adeguata ma anche dalla burocrazia della Ue, Commissione e Bce insieme.
Il fatto: la Commissione europea ritiene di dover fare appello alla Corte di Giustizia Ue contro la sentenza del Tribunale Ue che il 19 marzo ha annullato la decisione dell’Antitrust Ue sugli aiuti, considerati di Stato e dunque illegali, del Fondo Interbancario di tutela dei depositi (Fitd) a banca Tercas. La Commissione Ue e la Banca Centrale Europea, che nel caso dei vari aiuti alla crisi MPS (pensiamo ai Tremonti bond, per fare un esempio, capostipiti di una finanza creativa e innovativa che non ha sortito effetti positivi per la banca, visto che a distanza di dieci anni – furono inventati nel febbraio 2009 – siamo sempre a discutere degli NPL da smaltire), si opposero violentemente al salvataggio vero della banca, all’arrivo di un commissario dello Stato che scoprisse le magagne e indicasse i veri colpevoli, portandoli alla sbarra. Ora hanno finalmente ammesso di non sapere e di non aver capito quando una misura può essere considerata imputabile allo Stato. Ignora e per questo interroga i giudici della corte di giustizia Ue, quando per 10 anni ha imposto sulla sua ignoranza un pugno di acciaio. E per altrettanti 10 anni una classe politica italiana di destra, centro-destra, centrosinistra e sinistra, che a parole proclamava la sua indipendenza dalla burocrazia di Bruxelles e con i fatti ne era supina, ha scaricato tutto su chi non si poteva difendere né durante la gestione Mussari né durante la gestione Profumo, perché non aveva potere politico alle spalle, né soldi per portare avanti cause all’infinito.
Il 29 agosto 2018, al sicuro nel fortino di Bruxelles, Jean-Claude Juncker aveva detto: “Abbiamo calpestato la dignità dei greci”, ammettendo che le misure draconiane che erano state applicate nel 2010 alla crisi ellenica avevano avuto effetti negativi, ridotto in povertà assoluta milioni di persone rimaste senza assistenza sanitaria e senza cibo per mangiare. Aggiungendo: “Ora non dobbiamo fare lo stesso con l’Italia”. Il 15 gennaio 2019 al sicuro nel ridotto di Strasburgo aveva ripetuto gli stessi concetti. Ci piacerebbe andasse a chiedere scusa e a dare spiegazioni con dovizia di particolari in piazza Syntagma ad Atene ai cittadini greci o venisse in piazza del Campo a Siena a mò di un San Bernardino sulla celebre mattonella. Per vedere di nascosto l’effetto che fa, come cantava Iannacci.