«Si tratta di un progetto estremamente strategico – sottolinea Luigi Borri, presidente del Centro Sperimentale del Mobile – Fare sinergie oggi è centrale. E le strutture coinvolte rappresentano la base per poter costruire un centro che dia risposte concrete. Il Centro opererà in settori produttivi – quello dell’arredo e del complemento, della nautica e della camperistica – che, per problematiche, materiali e tecnologie impiegati, metodologie progettuali comuni, costituiscono il sistema “interni” e risultano particolarmente presenti sul territorio toscano anche nell’ottica di un trasferimento di tecnologie ed innovazioni in vista di un ulteriore incremento della competitività di tutto il sistema».
I primi mesi dell’attività si concentrerà su azioni di ricerca e analisi per avere una conoscenza completa ed aggiornata sulla situazione dei settori di riferimento attuale e nel medio termine, in termini di fabbisogni di servizi, minacce e opportunità, punti di forza e di debolezza. Successivamente saranno definite le attività, i servizi e le relative modalità di erogazione che saranno svolti ed erogati dal Polo. Nei prossimi mesi dovrà essere individuata anche una forma giuridica, il modello di governance, l’organigramma, le risorse economiche e finanziarie ottimali e necessarie per la gestione del Polo dalla fase di startup in un periodo di 3 anni. La competitività dei settori maturi è sempre più legata alla capacità che questi hanno di proporre un’innovazione complessa, non solo formale, ma tecnologica, più difficilmente copiabile da realtà produttive in cui più basso è il costo del lavoro e con opportunità di condivisione tra soggetti operanti nei settori vicini. Le strutture di servizio coinvolte svolgeranno la funzione di tramite tra domanda ed offerta di innovazione intervenendo anche sugli aspetti più strettamente legati al mercato.