La Ue chiedeva un ribilanciamento tra spese e produttività
SIENA. E’ già stato evidenziato come il Piano di Ristrutturazione 2013-2017 approvato dal CDA di Banca MPS preveda una ulteriore riduzione di 5300 unità lavorative, una ricapitalizzazione di 2,5 miliardi ed un abbassamento della remunerazione del top menagement ad un tetto massimo di 500.000 euro.
Il sindaco Valentini ha giustamente commentato come il Piano faccia pagare solo i lavoratori il prezzo di colpe non loro, ribadendo ancora una volta le responsabilità della passata gestione e di una Fondazione che ha tradito il mandato di vigilanza e tutela su un patrimonio che apparteneva da secoli all’intera comunità civica. Lo stesso sindaco ha però dimenticato le responsabilità della nuova gestione della Banca, presieduta da Alessandro Profumo il quale, dal 18 marzo 2012, oltre a denunziare gli errori indiscutibili della precedente gestione null’altro ha fatto che piani industriali costituiti solo da tagli al personale e chiedere ed ottenere deleghe in bianco a favore della propria persona, senza mai porsi il problema della redditività.
La commissione UE aveva chiesto alla Banca un Piano che prevedesse un ribilanciamento tra spese e produttività, ovvero un Piano credibile con il quale la Banca torni a produrre reddito. Evidentemente quanto richiesto è stato disatteso e la commissione UE si è trovata nella necessità di indicare a Profumo la soluzione del problema, con tutti i limiti di chi è costretto a trovare la soluzione per un problema non proprio.
Non abbiamo competenza per entrare nel merito delle soluzioni indicate, ma ricordiamo che quando andavamo a scuola i professori si limitavano ad assegnare il problema, lasciando a noi l’onere di trovare la soluzione. In questo caso i professori hanno dovuto individuare sia il problema che la soluzione e ciò, a nostro avviso, non depone a favore di un presidente che da quando è arrivato si è limitato ad accondiscendere a soluzioni operative decise da altri.
Per quanto riguarda poi le retribuzioni del top management, non ci vuole certo un premio Nobel per capire che mentre la Banca perde denaro e competitività, mentre riduce pesantemente il personale e al contempo chiede soldi in prestito, non sia accettabile che le retribuzioni dei vertici aziendali rimangano inalterate e senza limite alcuno.
Quanto infine ai 2,5 miliardi di aumento di capitale, non sappiamo se ci saranno imprenditori o partner interessati ad impegnare capitali sul fronte del rilancio operativo della più antica banca del mondo.
Nel caso si trovino i nuovi soci, è difficile che costoro, una volta impegnati i loro capitali, siano disponibili a dare ancora carta bianca a Profumo perché è normale che chi investe somme così ingenti voglia mettere bocca sulla gestione e in ultimo perché Profumo finora non si è mostrato pienamente all’altezza del compito affidatogli.
Agostino Milani – MOVIMENTO CIVICO SENESE