La proroga per il commissariamento rischia di deprimere il settore edilizio
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SIENA. Siena ha ottenuto nel 2012 circa 4 milioni di finanziamento a fondo perduto per la realizzazione di alloggi sociali in affitto, di cui 42 a canone calmierato e altri 10 a canone sociale. Questi ultimi da realizzare direttamente dal comune di Siena, su un terreno da tempo a disposizione nell’area di Renaccio e per la cui realizzazione il Comune ha ottenuto un finanziamento di 1,7 milioni di euro a fondo perduto, ovvero senza alcun onere per la comunità senese. Gli altri 42 alloggi da realizzare da parte dei privati, con un finanziamento a fondo perduto di 2,142 milioni di euro e da locare a prezzi calmierati per 15 anni. In totale 52 alloggi da destinare all’affitto, con particolare riferimento alle giovani coppie non in grado di accedere alla proprietà.
Il problema riguarda i tempi in quanto l’accordo di programma tra comune di Siena e Regione Toscana è stato firmato nel luglio del 2012, con impegno a far partire i cantieri entro 6 mesi. Il commissariamento prefettizio dello scorso anno, ha determinato l’impossibilità a rispettare il termine perentorio, poiché l’area in oggetto pur essendo immediatamente edificabile per interventi fruenti di finanziamento, non ha ancora perfezionato l’iter del piano urbanistico generale.
Uno scambio di corrispondenza tra Regione Toscana e ufficio tecnico comunale ha portato, nella primavera 2013, al riconoscimento di una “proroga” dei tempi a causa del commissariamento prefettizio. L’arrivo della nuova amministrazione non ha però risolto il problema perché la giunta, non solo non ha ancora preso decisioni in merito, ma sta addirittura tergiversando con il rischio che la “proroga” concessa per motivi oggettivi cessi i suoi effetti in assenza di segnali precisi da parte dell’amministrazione in carica.
A questo punto, ci piacerebbe sapere dal sindaco Valentini se, in un momento di crisi come l’attuale, in cui le risorse economiche stanno sparendo, la città di Siena possa permettersi di perdere finanziamenti vitali per un comparto edilizio locale in agonia? Se ancora, possa permettersi di rinunciare ad offrire una risposta a costo zero a 52 famiglie?
Non ultimo ci piacerebbe anche sapere se il Sindaco sia o meno consapevole che il programma di Renaccio costituisce la risposta principale ad una emergenza abitativa sempre più pressante e che gli strumenti urbanistici vigenti prevedono che, a Renaccio, non meno del 50% della capacità edificatoria sia dedicata all’edilizia sociale, configurando quindi il nuovo insediamento come un vero e proprio piano-casa per i prossimi anni.
Per non perdere i finanziamenti pubblici – preziosissimi in periodi di magra come l’attuale – dovrebbe dar corso ai progetti edilizi da tempo presentati in comune, e contemporaneamente far approvare il piano urbanistico fermato dal commissariamento prefettizio.
Purtroppo i segnali non sembrano incoraggianti, in quanto idee diverse, anche confuse e stravaganti da parte di chi ha le deleghe in materia urbanistica, si intrecciano sul tavolo politico, determinando una situazione di stallo che mette in pericolo il destino di risorse già acquisite, che invece in altre sedi si dichiara di voler ricercare con determinazione.
Sappiamo bene che il Sindaco non potrà rispondere personalmente ma almeno e nel modo che lo stesso riterrà più opportuno, faccia sapere alle categorie del comparto edilizio e magari anche a coloro che da tempo aspettano una risposta alle loro richieste di abitazioni a canone sociale: che fine fanno i finanziamenti ottenuti dal comune di Siena con il Piano-Casa Berlusconi?
Il problema riguarda i tempi in quanto l’accordo di programma tra comune di Siena e Regione Toscana è stato firmato nel luglio del 2012, con impegno a far partire i cantieri entro 6 mesi. Il commissariamento prefettizio dello scorso anno, ha determinato l’impossibilità a rispettare il termine perentorio, poiché l’area in oggetto pur essendo immediatamente edificabile per interventi fruenti di finanziamento, non ha ancora perfezionato l’iter del piano urbanistico generale.
Uno scambio di corrispondenza tra Regione Toscana e ufficio tecnico comunale ha portato, nella primavera 2013, al riconoscimento di una “proroga” dei tempi a causa del commissariamento prefettizio. L’arrivo della nuova amministrazione non ha però risolto il problema perché la giunta, non solo non ha ancora preso decisioni in merito, ma sta addirittura tergiversando con il rischio che la “proroga” concessa per motivi oggettivi cessi i suoi effetti in assenza di segnali precisi da parte dell’amministrazione in carica.
A questo punto, ci piacerebbe sapere dal sindaco Valentini se, in un momento di crisi come l’attuale, in cui le risorse economiche stanno sparendo, la città di Siena possa permettersi di perdere finanziamenti vitali per un comparto edilizio locale in agonia? Se ancora, possa permettersi di rinunciare ad offrire una risposta a costo zero a 52 famiglie?
Non ultimo ci piacerebbe anche sapere se il Sindaco sia o meno consapevole che il programma di Renaccio costituisce la risposta principale ad una emergenza abitativa sempre più pressante e che gli strumenti urbanistici vigenti prevedono che, a Renaccio, non meno del 50% della capacità edificatoria sia dedicata all’edilizia sociale, configurando quindi il nuovo insediamento come un vero e proprio piano-casa per i prossimi anni.
Per non perdere i finanziamenti pubblici – preziosissimi in periodi di magra come l’attuale – dovrebbe dar corso ai progetti edilizi da tempo presentati in comune, e contemporaneamente far approvare il piano urbanistico fermato dal commissariamento prefettizio.
Purtroppo i segnali non sembrano incoraggianti, in quanto idee diverse, anche confuse e stravaganti da parte di chi ha le deleghe in materia urbanistica, si intrecciano sul tavolo politico, determinando una situazione di stallo che mette in pericolo il destino di risorse già acquisite, che invece in altre sedi si dichiara di voler ricercare con determinazione.
Sappiamo bene che il Sindaco non potrà rispondere personalmente ma almeno e nel modo che lo stesso riterrà più opportuno, faccia sapere alle categorie del comparto edilizio e magari anche a coloro che da tempo aspettano una risposta alle loro richieste di abitazioni a canone sociale: che fine fanno i finanziamenti ottenuti dal comune di Siena con il Piano-Casa Berlusconi?
Agostino Milani – MOVIMENTO CIVICO SENESE